Ryoji Ikeda ‘Dataplex’

(Raster-Noton/Microsuoni 2005)
Pronta la prima parte di ‘Datamatics’, progetto a lungo termine dedicato all’estetica dei dati. Chi se non un visionario sperimentatore quale Ryoji Ikeda poteva partorire un’idea tanto eccentrica quanto intrigante? Sulla breccia dai primi ’90 come produttore, il giapponese ha lavorato nei più disparati ambiti di suono, fino a giungere a nuove forme e interazioni suono-immagine-ambiente che lo hanno portato a confrontarsi con nuove prospettive e, successivamente, a divulgare il verbo minimal glitch in giro per il pianeta. Questo ‘Dataplex’ è il frutto di una forte fascinazione che il giapponese nutre per l’estetica dell’elettricità nel suo complesso, ed è subito digital signal processing allo stato dell’arte: Clicks, frequenze ultrasoniche, frammenti di elettricità a massa, punteggiature analogiche, microinformazioni disposte con rigore algoritmico e messe a circolare velocemente in un meccanismo deviato e incalzante. Incredibile l’estro e la padronanza con la quale Ikeda manovra i pochi frammenti di suono, riuscendo, anche tramite qualche campione extra, a creare ritmo e atmosfera dal nulla. Ben 20 episodi che offrono un quadro a 360 gradi sull’avanguardia dell’elettronica odierna. Ai livelli, se non al di sopra, di fuoriclasse del genere quali Frank Bretschneider o Carsten Nicolai. Farsi scappare questo primo assaggio di Datamatics sarebbe una clamorosa ingenuità.

Voto: 9

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