Masoko ‘Notanga’

(Autoproduzione 2002)

Masoko, quattro ragazzi distintamente vestiti in una cornice di ideogrammi giapponesi e per chi in passato aveva esultato al cospetto delle gesta di Urusei Yatsura è lì, in fremente attesa, sperando di aver trovato i perfetti discepoli in chiave italiana.
Sicuramente il piglio è meno noise, un suono molto più scarno a ricordare la stagione lo-fi inaugurata tanto tempo fa dai Pavement; testi in italiano per i quattro di Roma, provocatori ma in maniera molto intelligente ed il risultato è Notanga, un EP contenente nel finale un estratto live di 3 pezzi nel quale il carattere dissacratore dei Masoko, per bocca di Davide (voce), esplode alle critiche abbastanza assurde del conduttore del programma radiofonico per il quale il concerto veniva trasmesso.
La risposta è perentoria, non lascia scampo e gela con un getto di sincerità mista a sfrontatezza l’intervistatore: “io quando ascolto la nostra musica, la mia musica godo come un pazzo!” e come non dargli ragione, ma non nel senso che i Masoko li ho ascoltati, sono fighi e quindi mi piacciono, del disco vero e proprio parleremo tra un attimo; una risposta così è tutto altroché autoreferenziale, a priori è dettata dal fatto che, carissimo conduttore, partecipare alla stesura di un disco, averlo portato a conoscerlo in giro, averlo visto crescere e perché nò suonarlo anche bene come fanno questi ragazzi, sono tutte variabili da tener bene a mente e combinate insieme possono portare ad un alto tasso di godimento. “Da non confondere con stronzo”.
Chiudo qui questo breve inciso e passiamo alle cose serie: il cd inizia con Weekend un rock arido e scarno suonato alla Cramps, con una sezione ritmica in veste abbastanza mathy ed un ritornello con coretti di controcanto (che troviamo un po’ in tutti i pezzi) simili a quelli ascoltati nei dischi dei T.A.R.M..
Superattico è il paragrafo successivo, presente anche il remix (drill’nbass) poi il pezzo diciamo ’vergine’, da studio e anche qui le atmosfere non cambiano, suono scarno e ritmato, colpetti di mano e urletti per questo fantastico party all’ultimo piano; segue No in cui la predisposizione noise è chiara, chitarra frenetica ed elastica e basso straniato, 2Dita è una ninnananna gastronomica dove il ritornello recita: “dammi 2 dita per favore che voglio vomitare/non m’importa di sprecare/ le cose buone da mangiare”, perle di saggezza demenziale ovvero un tocca sana per questi tempi dove tutti si stanno prendendo troppo sul serio.
Si chiudono i pezzi registrati in studio con E/O, non mi pronuncio perché la seguente canzone è stata inserita dal sottoscritto nella playlist ‘estate 2005’, un hit da sballo e ballo con ottime accelerazioni in perfetta sincronia con la scenetta narrata dal testo.
Questo e quanto, se per caso capitano dalle vostre parti non perdeteveli, da quello che si è sentito in cuffia i Masoko hanno classe da vendere ed il tempo li premierà.

Voto: 8

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