Bloc Party ‘Silent Alarm’

(Wichita/V2)

I Bloc Party sono stati probabilmente il gruppo più chiacchierato dell’anno appena trascorso grazie al clamore e all’entusiasmo scatenati dai loro primi due singoli -“She’s Hearing Voices” e “Banquet”- e dall’omonimo EP d’esordio.
Il debutto sulla lunga distanza di questo giovane quartetto proveniente da Londra conferma quanto di buono su di loro era stato detto e scritto ridimensionando anche (e per fortuna) il ruolo di eredi di Rapture, Franz Ferdinand e compagnia pancfancheggiante che gli era stato attribuito.
Le 13 tracce qui presenti infatti rivelano un gruppo dalle idee fresche e, nonostante la giovane età dei componenti, dalla forte personalità. Accanto alle sonorità New Wave degli episodi più immediati e coinvolgenti (Banquet, Helicopter, She’s Hearing Voices e Luno) emergono semmai durante l’ascolto richiami ai Blur, agli Smiths (Blue Light e This Modern Love) e ai Radiohead (So Here We Are).
Le chitarre spigolose di Kele Okereke e Russel Lissack, il basso sincopato e propulsivo di Gordon Moakes, il drumming sostenuto e convulso del bravissimo Matt Tong uniti ad uno spiccato gusto melodico danno vita a composizioni dinamiche e vivaci che colpiscono al primo ascolto.
Fra tutte si segnalano in particolare le già citate Helicopter, Banquet e Luno, Positive Tension che parte come un pezzo Trip-Hop per poi deflagrare in tutta la sua “tensione positiva”, la spettrale The Pioneers e Like Eating Glass che ricorda certe cose degli Interpol.
Unico difetto dell’album forse è l’eccessiva pulizia del suono, che in alcuni episodi rischia di appiattire la forza delle canzoni ma comunque “Silent Alarm” resta un disco godibilissimo dall’inizio alla fine.

Voto: 8

Link correlati:Bloc Party