Ian Yeager ‘Music For Guitar + Computer’

(Pax Recordings 2004)

Packaging, note, e titoli all’insegna del pauperismo per il debutto solista di questo chitarrista, già attivo nel giro della musica improvvisata in quel di San Francisco, anche a fianco di un altro musicista dell’etichetta Pax quale Ernesto Diaz Infante. Quattordici composizioni, rigorosamente non titolate, che propongono una musica che si muove in punta di piedi; carezzevole e insidiosa al tempo stesso per il modo subdolo con cui scivola nell’intimo dell’ascoltatore. Se il titolo lasciava presagire strategie estreme di decostruzione chitarristica per mezzo di software d’audio processing, in realtà la tecnica di esecuzione è molto più “semplice” ed umana, quasi folk nell’umiltà del suo proporsi. Qui il computer non cerca di trasfigurare la chitarra, ma la sfiora appena, serpeggiandole attorno con delicatezza e sensualità, mentre ne cerca il dialogo; lasciandola libera d’essere se stessa, riempiendo ed esaltando lo sfumare da un accordo all’altro. Grappoli di note lasciate fluttuare nell’ambiente con dolcezza, senza fretta, come delle bolle di sapone, con uno stile che sembra un misto tra la profondità di Ben Vida e l’indolenza di Burkhard Stangl, mentre il computer continuamente ne svia il cammino, ne itera la diffusione o le trattiene nelle traiettorie disegnate dai suoi algoritmi di scariche, borbottii, e rumorini vari, senza mai peccare d’invadenza ma mantenendo sempre un basso profilo. Veramente un buon esordio, un disco che scava sempre più a fondo, ascolto dopo ascolto, e che molto potrà piacere agli appassionati del materiale Kranky più ambient o a chi ha amato un disco quale “Home” di Siewert/Stangl,Sugimoto/ Dafeldecker (non significa però che siamo a quei livelli…). Come facile immaginare per un’opera del genere, i brani sono molto omogenei stilisticamente, ma mi piace segnalare in particolare la quinta traccia: distillato blues e reiterazioni spiraliformi su fondale d’effetti che scoppiettano come legna sul fuoco. Una musica assolutamente sonnambula, perfetta da ascoltarsi all’alba quando il mondo appare ancora lontano e sfocato, poco prima di mostrarsi nella sua crudeltà.

Voto: 7

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Autore: fractaldrone@gmail.com