Low ‘A Lifetime Of Temporary Relief’

(Rough Trade 2004)

Dieci anni di b-side e rarità. Queste poche parole bastano a giustificare il desiderio di possesso o la semplice curiosità di fronte a questo cofanetto. Tre cd e un dvd con video, esibizioni live ecc. per ripercorrere dal ’93 al 2004 il percorso della band di Duluth, icona per antonomasia dello slow-core (insieme ai Codeine). Brani mai pubblicati, demo, versioni alternative e pezzi che finora erano inseriti in album da importazione semi-introvabili (e dal costo decisamente scoraggiante)… insomma tutti quei cimeli che erano di stretta competenza dei fan più incalliti, adesso sono qui e alla portata di tutti. Non solo per comodità in senso stretto, ma anche e soprattutto per il prezzo (poco più di un cd a prezzo pieno).
E poi vogliamo dimenticare la ciliegina sulla torta? Le cover: Wire, Bob Dylan, Smiths, Beach Boys, Pink Floyd, Bee Gees, Soul Coughing, Spacemen 3, Jarnek, George Harrison… Tutte canzoni riprese con quella modestia e semplicità così latitante oggigiorno che non possono non lasciare spiazzati.
Certo di fronte a una simile operazione si resta sempre un po’ scoraggiati: la paura di rimanere delusi da un lavoro esclusivamente auto-celebrativo e poco incline alla completezza c’è e potrebbe non convincere all’acquisto. Oppure si potrebbe credere che, trattandosi di un genere come lo slow-core (non certo digeribile a tutti), la cosa si possa riassumere in una noia interminabile con brani sempre simili sia nella struttura che nelle melodie.
Ebbene questo non è affatto il caso dei Nostri. Nonostante si rimanga sempre attaccati a un certo genere, non si disdegna di sperimentare e osare un po’ con accostamenti anche piuttosto inconsueti.
Influenze come Codeine (logico), Simon & Garfunkel, Velvet Underground, ma anche i Cure onirici e le chitarre wave dei Virgin Prunes o Mogwai. A cominciare con la lunghissima Lullaby, passando per Venus (entrambe le versioni), la breve Try Try Try o il tributo a Nico in Those Girls (Songs For Nico), è facile perdersi in questo specchio musicale capace di passare dalla melodia commuovente al rumore più distorto, magari anche nello stesso brano. Le due versioni di Joan Of Arc ne sono una prova: una delicata e cantautorale, l’altra sommersa dalle chitarre.
Pezzi che sembrano scesi dal cielo e altri invece dal più profondo dei baratri (Lion/Lamb e Boyfriends & Girlfriends), la band comunque non si scompone mai e resta sempre in un equilibrio apparentemente precario, ma in realtà stabilissimo.

Conclusione: una delle migliori uscite del 2004. Nonostante la quantità dei brani non si resta mai intrappolati nella ripetizione o nel banale, anzi Mimi e soci si dedicano anche qualche momento più “scuro” e rendono omaggio a grandi classici. E sono proprio le cover ad innalzare vertiginosamente il voto finale di questo lavoro. Anche un compito non facile come Blowin’ In The Wind (qui in una versione oscura) viene tramutato in un modo per sfoggiare la propria capacità di assimilare e modificare, senza violentare nulla. Per non parlare di Surfer Girl dei Beach Boys e I Started A Joke dei Bee Gess, entrambe capaci di far commuovere Condoleeza Rice.
Impeccabile ed elegante, un cofanetto dalla qualità-prezzo elevatissima, giusto corollario ai fan di vecchia data ma anche ottimo per iniziare a conoscere una band che, sebbene sia abbastanza conosciuta nell’ambiente, rimane tuttavia ancora ingiustamente in sordina.

Voto: 10

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