(autoprodotto 2004)
Le sei tracce del nuovo demo degli Exend si muovono sempre all’interno di quell’immaginario pentolone targato rock n’ roll (o wave n’ roll, garage rock, o indie/ new rock, o… come vi pare, talmente stra-abusati i nomi che ormai non significano più un cazzo), all’insegna di quel revival iniziato ormai da alcuni anni che ha, tra i suoi maggiori esponenti, i newyorkesi Strokes: a Casablancas e soci i nostri si avvicinano molto per il piglio annoiato e assente della voce, e, se vogliamo tornare un pò più indietro con gli anni, si può pensare a un J Mascis più intonato e meno depresso.
Musicalmente, ritmi più frenetici, come in Medicine man (splendide chitarra e batteria, il suono che pompa, un vero inno al movimento), Set for Noon (meno riuscita) e Spectrum (e qui il livello sale di nuovo), si affiancano a sonorità più rilassate, dove melodie dal sapore pop e noise che non sa di essere tale si amalgamano alla perfezione, strumenti di un’atmosfera allucinata e straniata, un pò come vedere il mondo da una boccia di vetro: ed è proprio in questi episodi che gli Exend danno il meglio di sè, basti sentire l’iniziale The River o She moves me (che si perde forse un poco nel finale); meno riuscita invece la sesta traccia, Waiting for questions, pregna di un’atmosfera cupa e pesante che stona col resto.
Manca forse un pizzico d’equilibrio tra le varie sfaccettature del suono e abbonda invece l’influenza, a tratti ben visibile, di gruppi d’oltreoceano e d’oltremanica; inoltre alcuni suoni mordono poco… ma probabilmente un maggiore impatto romperebbe questo splendido velo di noia esistenziale che degli Exend è la cosa che mi affascina di più.
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Voto: 8
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Autore: alealeale82@yahoo.it