Little Brown ‘Some (Flying) Kisses From A (Ground) Guitar’

(Madcap Record Collective 2004)

Come dice una nota sul booklet stesso “only minimalist music inside here, and anything else”, e per minimale qui non si intente solo per quanto riguarda gli strumenti e la ormai tormentata struttura di canzone. La formazione forzatamente solitaria che consiste in Paolo “Little Brown” Moretti, rende nota la sua natura in un frenetico e ludico utilizzo di un gran numero di strumenti e di espedienti che danno vita ad una raccolta di canzoni coraggiosamente ingenue e sincere; una musica in cui la novità non è altro che la trasparenza trattata con una sconfinata autoironia.
I testi in un inglese elementare e un po’ sbagliato sono assemblati con un vocabolario poco esteso, tramite libere associazioni di parole e passaggi logici che quasi sempre sfociano in spensierati nonsense (“the wall need respect, the stars move his ass, i look at it and i throw up the lunch…”).
Contribuiscono con successo al crearsi di una continua atmosfera oziosa e disimpegnata i dialoghi spazientiti con i tecnici in studio, gli applausi degli amici e i cambiamenti repentini delle melodie che fanno pensare alle improvvisazioni e ai liberi flussi di coscienza che di solito fanno parte della prima fase di composizione.
La tracklist, che risente a sua volta dell’approccio ingenuo e naïve, contiene generi contaminati e atmosfere diverse fra loro; si va dallo scarno blues chitarra e voce di Worm Love, ai ripetitivi riff di chitarra e basso di Liquid And Gaseos e Last And Least che potrebbero appartenere a degli Old Time Relijun in veste più tranquilla, al quasi brit-pop di I Only Need A Toast. Un album piacevolmente ascoltabile grazie anche e soprattutto all’onnipresente e rassicurante invito a non prendere le cose troppo sul serio.

Voto: 7

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Autore: ambra.g@gmail.com