Gluecifer ‘Automatic Thrill’

(Spv GmbH/Audioglobe 2004)

Sarò breve… questo disco è brutto, semplicemente brutto. Non terribile, non schifoso, per carità, solamente brutto, niente di più o di meno. Immagino bande di ragazzini brufolosi e un po’ teppisti che se lo godono beatamente a tutto volume durante la classica gita a Ravenna per vedere la tomba di Dante… niente di più o di meno. Speravo che un certo modo chiassoso, confuso e rozzo di suonare il rock si fosse estinto, invece mi accorgo che è ancora vivo e vegeto. Lo chiamano garage? Beh vi assicuro che è molto più garage mio padre quando bestemmia cercando di dare un aspetto decente allo pseudo giardino di casa.
Immaginatevi di prendere i Bon Jovi e shakerateli con un po’ di Whitesnake,Guns’n’Roses e Aereosmith più varie altre porcherie hard, che speravo seppellite sotto palate di merda anni ’80, e immaginate di spruzzare il tutto con una soffice crema di new garage tipo Hives e perché no anche un po’ di Strokes (alcune ritmiche e certi suoni di chitarra) e una spolveratina di stoner (poco poco per favore!): vi ritroverete fra le mani una bella paccottiglia di rock duro per veri duri, monolitico e bello incazzato! Ragazzi rispolverate le vostre cinture borchiate, i vostri anelli con i teschi (solo Keith Richards può permettersi di indossare certa roba senza essere ridicolo e patetico…!!!), sciogliete le vostre chiome fluenti al vento, lucidate la pelle dei vostri boots e godetevi questo disco… tutti gli altri per favore statene alla larga!!!!!!! Ve lo dice uno che un tempo pensava che ascoltare un disco degli Iron Maiden fosse più eccitante che spararsi una sega nel cesso di casa della più carina della classe. Se pensate che per fare del rock eccitante e liberatorio basta mettere in fila una serie di brani urlati con riff scontati e arrangiamenti piatti come la sigla di un telegiornale locale, allora fatevi avanti e compratevelo. Tutti gli altri si rivolgano a altrove. Non è del tutto da buttare… se organizzate un barbecue alcolico nel giardino di casa vostra un disco del genere può sempre ritornare utile! Per rifarmi le orecchie mi sono sparato un paio di brani delle Desert Sessions n. 9 e 10 di Josh Homme (Queens of the Stone Age)… un qualsiasi grido di Pj Harvey vale quanto mille dischi dei Gluecifer. A voi la scelta!

PS
Lo so questa recensione è orribile ma immaginate che probabilmente vi darà la stessa sensazione che ho provato ascoltando questo disco…
Hasta luego!

Voto: 4

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Autore: krazy_kat72@yahoo.it