Daniele Brusaschetto ‘Poesia Totale dei Muscoli’


(Autoproduzione 2003)

Torna Daniele Brusaschetto con un nuovo disco, il quarto della sua carriera, auto-prodotto ma sostenuto da una serie di etichette ed ‘entità’ che immagino siano tutte fiere di aver posto il proprio marchio su questo lavoro; non il disco della maturazione perché è stato già fatto, prego rivolgersi al precedente ‘Blu/Viola’, ma quello della conferma definitiva, se mai qualcuno avesse avuto dei dubbi in passato. In effetti il precedente album si era imposto come la punta più alta della sua carriera, un disco bellissimo, senza una virgola fuori posto, sublimazione del suo modo di fare musica: catarsi. Prima ancora di questo c’era stato il passaggio obbligato, con cui prima o poi tutti dobbiamo avere a che fare, nell’edipico ‘Mamma Fottimi’. Adesso invece un lavoro che fin dall’art-work fa pensare ad un disco ‘positivo’, come è normale che sia dopo che si ha affrontato e superato i propri fantasmi. Bando alle pippe mentali (le mie) ‘Poesia Totale dei Muscoli’ ripropone tutto quello che di ottimo il Brusa sta facendo da qualche anno a questa parte. Un disco forse ancora più diretto (fa tutto da solo, stavolta), nella musica e nei testi, lasciando da parte gli interventi elettronici, riducendo quelle componenti industriali che emergevano con prepotenza in passato e badando più al sodo, più alla canzone in senso stretto. Cantautore deviato lo è sempre stato e adesso tende sempre più alla perfezione. Le sue canzoni sono travestite da schegge post-punk graffianti (Canzone per il Disagio, Dondolo il Cervello) ma all’occasione anche avvolgenti e liriche, ascoltate a tal proposito le trame e gli arpeggi in Matilda e (4)Arancione, d’oro e marrone (quest’ultima ricorda i Massimo Volume nelle parti strumentali). Ha acquisito uno stile unico e personale, i suoi testi declamati sono un marchio di fabbrica e si è definitivamente affrancato dagli ingombranti paragoni che si potevano fare in passato con Giovanni Lindo Ferretti; ascoltato una volta, Brusaschetto lo riconosceresti all’istante tra mille. Ho sempre amato la sua prosa, spesso di una semplicità disarmante (‘ mi piaci / ti amo ’), eppure profonda e che sembra sapere sempre qualcosa di te; pezzi di vita che potrebbero appartenere alla vita di ognuno. Ancora una volta indispensabile.

Voto: 10

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Autore: agguato@hotmail.com