Spasulati Band ‘s/t’


(Sana Records/Audioglobe 2003)

La Spasulati Band nasce nel 1996 a Santa Sofia d’Epiro, un paese di tremila anime in provincia di Cosenza ove forte è l’influenza della cultura arbëreshë (ovvero la cultura degli albanesi che dopo la conquista ottomana del loro paese – XV secolo – emigrarono prevalentemente nell’Italia meridionale), che negli ultimi anni è stata caratterizzata da un certo risveglio, non solo musicale; ora i sette “spasulati” (la traduzione dovrebbe essere pressappoco “incasinati”, “scombinati”) – Fabio “li Zalles” Guido al basso e alla voce, Gianluca “Inter Loxur” Marchianò alla chitarra e alla voce, Carmine “Pizzuti” Guido ai sassofoni, Angelo “Gjisa sound selecter” Biancofiore alle tastiere, Cristian “Bëstiani” Biancofiore alla batteria, Giovanni “Ibiri Garibaldi” Sica e Giampiero “Rullo” Godino alle trombe – giungono a questo omonimo CD dopo una lunga gavetta concertistica che li ha portati ad essere ospiti assidui di festival “reggae” e “folk”.
Chi scrive si è accostato a “Spasulati Band” con molta diffidenza, memore dei risultati sconfortanti prodotti da mestatori più o meno genuini delle realtà locali italiane in “omaggio” a mode etnicheggianti: i pregiudizi si sono poi in parte dissolti all’ascolto, in virtù di una buona applicazione del verbo musicale giamaicano (“ska” e “reggae” in primis) ai testi in lingua arbëreshë – che si attaglia piuttosto bene – e di una pertinente resa strumentale (bravo il sassofonista – che in Bobit ben utilizza il baritono – e i trombettisti) che garantisce un certo “fuoco” (sentire Sa kulpra). In breve, un gruppo dall’encefalogramma mosso…

Voto: 6

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