Kristallnacht

“KRISTALLNACHT”

autore: John Zorn

etichetta: Eva Records

anno di pubblicazione: 1993

con: Mark Feldman, Marc Ribot, Anthony Coleman, Mark Dresser, William Winant, David Krakauer, Frank London.

Un ritorno alle radici più doloroso non poteva essere scelto, ma in tanta atrocità John Zorn trova quelle motivazioni che saranno fonte di una sua seconda giovinezza. La notte dei cristalli, e l’olocausto, servono a liberare l’urlo straziante del Never Again e, in secondo luogo, a iniziare quel processo di revisione della propria tradizione concretizzatosi poi con la formazione dei Masada. Si tratta di un percorso che porterà Zorn, in seguito, verso una posizione di esacerbante isolazionismo (con conseguente tentativo di egemonizzazione) culturale; ma questo è un altro discorso mentre, al momento della pubblicazione, Kristallnacht è soprattutto un fenomenale promemoria rivolto a una generazione poco propensa all’anamnesi critica. Il disco, però, è importante anche per altri motivi, meno intrinseci sia al percorso dell’autore che alla denuncia del più orrendo crimine perpetrato nel Novecento, fra i quali un posto di rilievo è occupato dal recupero dell’arte compositiva come elemento ben distinto dall’arte esecutiva. Zorn dimostra, e confermerà in seguito, un’ottima verve in tal senso, oltre a un’enorme capacità nel selezionare i musicisti a cui affidare l’esecuzione delle sue partiture. Vista la struttura a più finestre, cioè aperta su generi diversi, la scelta è naturalmente caduta su elementi eclettici in grado di passare dall’improvvisazione alla musica contemporanea e alla musica popolare, come è  il caso dello stratosferico percussionista William Winant, del chitarrista Marc Ribot e del tastierista Anthony Coleman. L’utilizzo dell’accoppiata David Krakauer / Frank London (entrambi del giro Klezmatics) è invece riservato ai due brani dove più urgente è il richiamo alla tradizione puramente ebraica (Shtetl e Tzfia).