Commercial Album

“COMMERCIAL ALBUM”

autore: Residents

etichetta: Ralph

anno di pubblicazione: 1980

con: Residents, Fred Frith, Chris Cutler, Don Jackovich, Sandy Sandwich, Mud’s Sis, Snakefinger… .

I veri campioni della devolution non sono stati né i Devo né i Pere Ubu ma i Residents, che hanno bruciato entrambi i gruppi dell’Ohio nel tempo – sono attivi fin dai primi anni ’70 – nella quantità di idee e, complessivamente, anche nella qualità. Il gruppo è formato da individui senza nome e i cui volti sono sempre nascosti dietro maschere grottesche – le più note sono a forma di bulbo oculare; si tratta di un modo spiccio e divertente per porre l’accento sulle imminenti tematiche riguardanti la spersonalizzazione del musicista, ma ci leggo anche una risposta ad un mondo sempre più basato sull’immagine proposta dai divi invece che sui contenuti musicali. Nelle loro manipolazioni vengono guastati, con piglio zappiano, idee, suoni, immagini e motivi tratti dalla storiografia pop. Ma Commercial Album, una delle burle più riuscite del gruppo, con i suoi quaranta pezzi di un minuto l’uno concepiti come altrettanti spot pubblicitari è qualcosa che va oltre… è l’esplosione del post-moderno e uno dei massimi esempi di connubio fra pop art e musica pop, con le sue marcette e filastrocche infantili a rappresentare tutto ciò che il rock non potrà mai essere. Si tratta di un concept che, nonostante la finezza palpabile dietro alla sua elaborazione, si distingue per la genuinità e per la creatività deflagrante che sottintende ogni singolo episodio; laddove il concept era tradizionalmente il barboso, e artefatto, sviluppo di un’unica idea. Viene da pensare agli Esercizi di stile di Raymond Queneau, dove 99 spunti vengono utilizzati per esprimere un unico concetto, e viene da pensare anche al Sell Out degli Who; questo, come quello, è un album al di fuori di ogni logico tracciato percorribile nel contesto della musica pop, vi sembra poco?