Manuel Mota ‘Leopardo’

(Rossbin/Fringes 2003)

Adesso il merito spetta all’audace ‘Rossbin’ se abbiamo la possibilità di riemergerci nella semplicità di Manuel Mota. Ormai, rimane poco da dire su questo musicista portoghese (…e per chi fosse pervaso ancora da dubbi rimandiamo all’intervista di prossima pubblicazione).
Il mood resta invariato: un Bailey meno eclettico crogiola con sottili -e sottintesi- puntilismi jazzy. Senza oscurare lo stile personale nel punteggiare frasi tagliate, pick up frammentati, improvvise stoppate per lasciar lunghi echi dell’amplificatore scorazzare in libertà. Pervade la non alterazione dello strumento con trasformismi vari (…alle volte presenti in maniera sporadica). Un tessuto cui affiancare “Leopardo” potrebbe benissimo essere il velluto, ambiguo nella sua delicatezza. Un melting pot tra scuola inglese, scampoli di malinconia confacente alla musica portoghese…blues. Tutti i pezzi sono eseguiti in solo, forse facendo risentire all’ascoltatore gia ricco dell’esperienze di “I Wish I’d Never Met You” e “For Your Protection Why Don’t…” le fugaci apparizione della partner Margarda Garcia.
Gli aggettivi ‘impegnato’ e ‘rislassato’ diventato un unico leitmotiv con cui fare i conti con Mota…anche per ora.

Voto: 7

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