Charles Atlas ‘Worsted Weight’

(Ochre Records 2002)

Chi ha avuto la fortuna di ascoltare “A Trick of the Sea” dei Piano Magic, tredicesimo volume della serie Bliss Out della Darla Records, ha già avuto a che fare con Charles Wyatt, mente dietro al progetto Charles Atlas. Non che questa band, comunque, sia sconosciuta nella scena indie: il loro album “Felt Cover”, pubblicato dalla Static Caravan, ha ottenuto un significativo successo nei magazine musicali inglesi e americani, dando la possibilità al terzetto di San Francisco (completato da Matt Greenberg e dal nuovo acquisto Sacha Galvagna, ex chitarrista dei Rosa Mota) di imbarcarsi in tour con Her Space Holiday, Papa M e Idaho. Nel frattempo, il gruppo si è accasato presso la gallese Ochre Records, come al solito attentissima a suoni strumentali che flirtano con post-rock, space-rock, momenti psych e altri più sperimentali. Questo “Worsted Weight” è album estremamente vario e interessante, che mostra un sound maturo e significativamente originale, che ricorda inevitabilmente i Piano Magic di “A Trick of the Sea” e del periodo Rocket Girl, oltre a Cul de Sac, Papa M e i compagni di etichetta Land of Nod. L’iniziale, lunghissima, The Deadest Bar, mostra in un colpo solo le diverse sfaccettature del suono dei tre di San Francisco: su un sfondo decisamente “space” si susseguono un quieto arpeggio di chitarra, le splendide note del piano e quindi l’unico momento vocale del disco, ad opera di Denise Bon Giovanni, che però si aggiunge agli altri strumenti senza articolare né parole né pensieri. Quelli sono lasciati come al solito alla sensibiltà dell’ascoltatore, via via catturato dalla colonna sonora quasi “thriller” di One Foot Under, dalla tromba in lontananza che si appoggia sugli arpeggi minimali di Sun With Teeth, dal violoncello di Elysium e poi dalla carezzevole melodia di Antiphon e dai passaggi alla Rachel’s della conclusiva Port, Noise Complaint.

Voto: 8

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