Loose Fur ‘S.T.’

(Domino 2003)

Jim O’Rourke è uno di quelli che hanno perfettamente capito che l’overload di informazione tipico delle società post-industriali è perfettamente trascrivibile anche in campo musicale. Di più… se riesci a intontirli stile ‘bevuta dopo bevuta dopo bevuta’ qualcuno alla fine sarà talmente alticcio da considerarti un vero e proprio guru con seguito di sbarbe dai laccetti in fronte e camicioni new age.
Sgombero il campo da eventuali dubbi: a me l’effetto ubiquità del Jim annoia non poco… succede con Pippo Baudo… perché fare favoritismi esterofili?
Ne tolgo addirittura un altro: credo, ahimè, che i Wilco siano la band più sopravvalutata degli ultimi tempi e tutto il ‘new country’ non sia altro che un enorme bufala (così come il ‘new acoustic movement’ e qualsiasi altro ‘new’ o ‘nu’ abbiano tentato di rifilarci) di cui avrei fatto volentieri a meno.
Ed eccoci quindi al ‘supergruppo’ di turno. “Bastano Jeff Tweedy e Jim come star… ha funzionato con Sam e John per The Sea and Cake, anche i Loose Fur andranno a gonfie vele…vedrai…”… mi pare quasi di sentirli.
Ma sì… sì… ok… la proposta di collaborazione risale a diverso tempo fa… e infatti è proprio per questo che “Loose Fur” secondo me non aggiunge molto di nuovo a quanto avevano già detto i Gastr Del Sol o i dischi solisti di David Grubbs a suo tempo. Si tratta di puro divertissment melanco-folk capace di avvolgere con tepori cullanti, inebriare con qualche timido colpo di reni post-rockeggiante, affascinare (i bendisposti) con sfregolii e disturbi micronoisedelici che fanno tanto operazione ‘avant’.
Se uno è già preda del fascino dei soggetti in questione funzioneranno il soffice tribalismo percussivo con qualche drone sperduto e voce languidamente folk di Laminated Cat, così come funzionerà il puro Gastr Del Sol sound con interminabile quanto piacevole coda acustic pop di Elegant Transaction. Funzionerà poi di sicuro anche il trascinarsi dei rottami elettrici lungo la nenia chitarristica non priva di toni solenni (ma di un intimismo tutto sommato inautentico) di So Long…. e così via fino alla fine.
Anzi, no… concedo malfunzionamento (e quindi riabilitazione) all’ultimo brano… ma solo perché quelle linee vocali mi hanno ricordato a tratti David Crosby… e il giretto di chitarra conclusivo un carillon che sentivo da piccolo…
Vedete voi…

Voto: 6

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