Cassandra Wilson ‘Belly of the sun’

Cassandra Wilson, la vocalist per eccellenza del jazz, (anche se jazz inteso come genere in senso stretto forse per lei è un po’ riduttivo) torna fra noi con il suo nuovo album “Belly of the Sun”, il ventre del sole. Il ventre inteso come punto originario, fulcro, e sole come luce, vita, calore; insomma un titolo splendido che potrebbe essere interpretato in molti modi, anche (perché no?) come luogo geografico, ed è credo così che Cassandra l’abbia interpretato, in quanto quest’album è stato concepito a Clarksdale Mississippi, il ventre del sole appunto. Anche se la Wilson è maturata musicalmente a New York non dimentichiamoci che lei è di Jackson, Mississippi, possiamo perciò considerare quest’album come una sorta di ritorno alle origini. Un ritorno a mio parere splendido, dove Cassandra riesce quasi alla perfezione a cogliere tutti i sapidi umori del sud degli States con, oltre alla sua splendida voce ovviamente, pochi strumenti che rendono il tutto a tratti veramente emozionante. Prendiamo ad esempio le riletture di The Weight e Shelter from the Storm: dilatate, lente, cantate con una voce appassionata contornata solo da slide guitar, percussioni e mandolino, quasi stravolte ma rese molto intime e profonde, indubbiamente sentitissime dalla Wilson. Semplicemente straordinari i due classici del Delta-Blues You Gotta Move di Mississippi Fred McDowell e Hot Tamales di Robert Johnson, due interpretazioni da brivido: in chiave Gospel e in continuo crescendo il primo, chitarra schiocco di dita, voce e percussione il secondo, roba da pelle d’oca veramente. Ecco se c’è un limite secondo me da porre in quest’album è che due forse sono troppo pochi i Blues presenti, soprattutto se si concepisce un disco a Clarksdale e se si vuole uscire dai classici stilemi Jazz. Clarksdale, the Delta-Blues town……..Un altro limite (l’ultimo) che pongo, è che magari mi sarebbe piaciuto trovare più brani di musica brasiliana presenti, oltre alla bellissima rilettura di Waters of March di Antonio Carlos Jobim; che so magari cimentarsi anche in qualcosa di Veloso, pensiamoci un attimo……..Bè, alla prossima Cassandra. Ma è solo un mio personalissimo parere perché il disco è molto bello, infatti non vorrei tralasciare Darkness on the Delta con un bel piano quasi Ragtime in evidenza, qui nelle mani dell’ottantenne Boogaloo Ames, una leggenda da queste parti, oppure Show me a Love, brano scritto dalla stessa Wilson dai toni avvolgenti e sensuali. A conti fatti un grande album insomma, caldo ed intimo, non meravigliamoci più di tanto però, dal ventre del sole ci poteva arrivare solo questo.

Voto: 8

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Autore: letitrock@tiscali.it