Fennesz-Main

Esce per la Fat Cat Records un gustoso 12”split in cui a dividersi le speculari facciate troviamo Cristian Fennesz e Robert Hampson alias Main.
Entrambi nascono come chitarristi; entrambi, da anni, seguono un percorso di ricerca attraverso un uso non ortodosso dello strumento; entrambi, grazie alle possibilità offerte dall’uso della tecnologia digitale e in particolar modo nella fattispecie del powerbook, ne ridefiniscono le potenzialità espressive.
I risultati sono estremamente diversi tra loro ma parimente affascinanti.
Dopo il botto dello scorso anno con lo splendido “Endless Summer”, Fennesz ritorna con tre brani che riconfermano la sua vena meno urticante come in Badminton Girl,il pezzo che apre il disco: una circolare melodia che evolve a singhiozzi.
Con il brano successivo, Eisrennen sembra di ritornare indietro di qualche anno alle atmosfere di “Hotel Paral.lel”: fini abrasioni atmosferiche sono irregolarmente sezionate da un martellare che sembrerebbe di tablas.
47 Blues è una dolce ballata da suonare all’imbrunire.
Un brano sognante e sensuale che riprende gli umori e gli slanci emozionali dell’”estate senza fine”.
Fennesz gioca su pochi accordi di chitarra acustica che, sempre attraverso l’immancabile powerbook, subiscono un processo di destrutturazione e assemblamento in un delizioso gioco ad incastro.
Con i Main si entra nell’ambient più gelida e spettrale con un lungo soundscape diviso in tre parti che prende il nome di River
Robert Hampson (ex Loop), l’unico titolare della sigla Main dopo la dipartita di Scott Dowson, servendosi di una chitarra e di frammenti di composizioni di piano e clavicembalo crea una lunga suite in cui inserisce elementi di musica concreta e filds recordings.
Il tutto è processato attraverso il powerbook così che il risultato auditivo è qualcosa di assolutamente alieno rispetto alle fonti sonore di cui Robert si serve.
River vive di un sottile drone che in alcuni momenti assume le sembianze di minacciose vibrazioni telluriche sulle quali si stagliano brusii di rumori ambientali, sibili di oscura origine, frequenze di elettricità statica.
Niente che non si sia mai ascoltato ma fatto con gran classe.
Un prodotto piacevole che, riconfermando il talento dei due, non farà che alimentare il desiderio di confrontarli su un nuovo lavoro sulla lunga distanza che, siamo certi, non tarderà ad arrivare.

Voto: 8

Link correlati:Fat Cat Home Page