(Ebria Records 2007)
Una metamorfosi che s’impossessa della forma, potremmo dire, ‘espositiva’, continuando a sorreggere, incorrotta e fervida, la base ‘ideologia’ degli I/O, l’humus principale – e primordiale – con cui si è propagato sin dagli esordi il progetto; il disegno di una concezione trasversale dell’improvvisazione e della propria esecuzione, co-diretta tra silenzi contemporanei, minimalismo secco e nuovo jazz. Qui, scoprendo l’essenza di ‘Polytone’, si aprono altri orizzonti e possibilità da immettere nella già vivente massa organica del quartetto.
’Improvvisazione ritmica minimalista’: decisa e lampante descrizione degli stessi musicisti su cui vale la pena di soffermarsi, auspicando maggior attenzione all’aspetto ritmico-percussivo che alla bisogna balza audacemente fuori, tingendo di un sofisticato clima movimentato, tutto il fascinoso peregrinare del cd.
Gli I/O donano ai loro brani una densità maggiore, un corpo più ricco che si contorce e danza, elaborando trame di funky deviato e rock minimale, spartano, ‘politicamente scorretto’. Sono dei precisi calcolatori del tempo, attentissimi nel dosarlo e nel generarlo, con perizia, non solo mediante l’uso di una strumentazione convenzionale ma, bensì, anche per opera di ispide e metalliche (s)pennate di chitarra, oppure tramite variegatissime inserzioni vocali: svincolate da ogni apparente filo logico conduttore, no-sense e anarchiche come un gemito gutturale di Phil Minton, o prossime a moderne esercitazioni spirituali d’ispirazione sciamanica.
Per niente cervellotica, l’avanguardia proposta dai quattro viaggia su binari di sciolta comunicazione; esplicita, diretta, facile preda di un vasto pubblico che sia pronto, anche solo per un istante, a considerare in modo diverso e originale quella che comunemente definiamo ‘forma-canzone’.
Voto: 9
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