Duster ‘1975’

Una copertina totalmente bianca avverte l’incauto ascoltatore che “1975” non è certo un ep della solita band indie che si prepara ad invadere la scena. Anche perché i Duster sono un semplice duetto, una sorta di side project di due ragazzi che vivono occupandosi del loro studio di registrazione, il Low Earth Orbit.
Infatti direi che dopo qualche ascolto ci si accorge che “1975” si butta a capofitto in quello stretto e sconosciuto spazio tra il lo-fi e lo space rock, e si disinteressa completamente di tutto il resto.
Si parte con la Commodore64esca (chi lo conosce capirà) drum machine di Irato che esplode in un insieme di chitarre e sintetizzatori che coprirono la delicata e distante voce di Ewing Parton, si passa poi per lo pseudo jazz di Memphis Sofisticate, dove i testi cominciano a diventare importanti per poi rituffarsi nell’atmosfera elettronica di The Motion Picture e in quella tetra di And Things (Are Mostly Ghosts).
Chiudono poi August Relativity, classico lo-fi con batteria in reverse e la splendida Want No Light To Shine dove il duetto si trasforma quasi in un’orchestra, grazie alla versatilità di Parton qui impegnato su diversi strumenti, e si parte per il viaggio finale fra stelle e galassie.
“1975” non è qualcosa che si può dimenticare dopo aver ascoltato, e tutto sommato perché farlo?
Va piuttosto riascoltato, e ogni volta sempre più particolari verranno alla luce, rendendo l’esperienza sempre più ricca e meritevole.
Capolavoro.

Voto: 10

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Autore: nukep@inwind.it