Gronge ‘Dolci Ricordi’

(Nolebol autoproduzione 2012)

Ci son rimasto alquanto stupito quando è arrivato in redazione il nuovo album dei Gronge, una delle più importanti realtà alt punk della penisola e tra i primi gruppi ad aver pubblicizzato la possibilità dell’autoproduzione e del DIY. Il loro technopunkcabaret suona terribilmente nuovo ancora oggi, il che fa ben intuire la povertà di gran parte della scena… ma per carità, non divaghiamo.
La partenza con Graffiti 3 già fa capire che fortunatamente i nostri non sono cambiati di molto, una raccolta di deliranti proclami graffitati qui e lì da “nazisti al rogo” a “principessa buongiorno” a “il marocchino qui dietro fa la guizza a trenta centesimi”… un trancio di vita romana metropolitana su una base reggae/rock, divertente, quanto deprimente.
Segue l’amara Il corpo della nazione, sciorinata di luoghi comuni irrinunciabili che suona più velenosa di qualsiasi denuncia diretta. Pischelli invece è più convenzionale nel suo racconto di gioventù strappata alla vita dalla piaga della legalità, partendo da uno spunto ironico e invece finendo in semidramma.
Killer Naturale sembra quasi uscita da dei Dog Fashion Disco particolarmente jazzy, serial killer metropolitani che si muovono senza chiodi fissi, stranezze e mangiando un panino integrale: uno come noi. Pezzo di punta è sicuramente Forza lavoro: trascinante, sardonico, svogliato, incazzato. Boh. Inserite gli aggettivi che vi pare, difendete pure questa vita di merda.
Chiaramente ‘Dolci Ricordi’ fermamente autoprodotto, con un mixing straordinario che rende l’ascolto in cuffia quasi un obbligo. L’ironia e il sarcasmo nelle mani dei Gronge diventano armi di distruzione di massa che niente lasciano intatto, com’è giusto che sia in questo maledetto paese.
E quindi, meno male che sono tornati, speriamo almeno che stavolta rimangano…

Voto: 8

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