Spiritual Front ‘Rotten Roma Casino’


(Trisol 2010)

Dopo un decennio a sgattaiolare nelle oscurità del country-folk apocalittico, i romani Spiritual Front tentano di uscire alla luce occhieggiando al sole del pop da classifica, forse più americana che italiana per altro. Smarrita la vena più strettamente “nichilista” del recente passato, la band capeggiata da Simone Salvatori abbraccia definitivamente la forma canzone e mira, probabilmente, a raggiungere un più vasto pubblico sacrificando parte della propria cifra stilistica. Come se i Black Heart Procession lavati con candeggina e trasformatisi in pullover multicolore.

Il singolo Darkroom Friendship, che apre il disco, è già una netta dichiarazione d’intenti: formato pop classico che archi, fisarmonica e chitarre country non fanno deragliare più di tanto. Il mood è ben più solare che in passato, benché la successiva Sad Almost A Winner ci spedisca in inferni mortali dall’odore di Death In June sciolti in tè caldo al limone. Si resta nella pop-dolenza con My Erotic Sacrifice, che in qualche modo già ci fa cenno degli ammiccamenti da cabaret in arrivo nel trittico galoppante composto Kiss The Girls And Make Them Die, The Days Of Anger e German Boys. Non c’è molto altro da segnalare, le tracce si susseguono lineari sulla lente del lettore, neanche gli afflati tex-mex Black Dogs Of Mexico e Cold Love (In A Cold Coffin) o la ballatona conclusiva Overkilled Heart ravvivano un disco che non ha granché da dire.

Una produzione sontuosa, al limite del patinato, non fa che acuire la sensazione di una volontà di transizione verso una dimensione più commerciale che potrebbe sì regalare maggiori gratificazioni economiche, a discapito però della creatività.

Voto: 5

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