Egokid ‘Ecce Homo’

(Novunque / Self 2011)

Già dal precedente “Minima storia curativa” avevano iniziato a limare gli eccessi e ad ammorbidire i toni, oltre ad introdurre il cantato in italiano. Alle trovate surreali e ai mille cambi di direzione degli esordi si sostituiva una via più lineare fatta di melodia e di canzoni: se non era chiaro allora, il nuovo “Ecce homo” rimarca il concetto, gli Egokid sono oggi un gruppo pop italiano.
Un compendio di musica nostrana che spazia dalla wave ’80 al cantautorato, dal prog all’indie odierno: l’ombra dei Baustelle (coi quali alcuni Egokid suonano dal vivo) si fa ingombrante in diversi episodi, come L’uomo qualunque o Con stile, didascalici e artefatti, prevedibili, con un’ironia di blando effetto e testi non all’altezza delle intenzioni. Meglio i brani in cui al cuore della band milanese viena lasciata assoluta libertà, ad esempio il singolo Come un eroe della Marvel, la splendida Sirene (aspettiamo una cover di Mina con ansia) o Non mi hai fatto male, densi di pathos, intimisti e toccanti.
C’è spazio anche per la cover di Girls+Boys degli idoli Blur, convincente trasposizione in italiano fedele all’originale, e per un duetto con Faust’O al secolo Fausto Rossi, indimenticato big della nuova onda nostrana, nella riuscitissima Non si uccidono così anche i cavalli?. Molti i nomi chiamati e da chiamare in causa, nel bene e nel male, oltre ai sopracitati i Matia Bazar, Battiato, Patti Pravo, i Pulp, i Perturbazione.
Dopo tanta attesa Pardo, Palazzo e soci iniziano a inquadrare seriamente la retta via con un buon, non ottimo, album: c’è ancora da limare e da prendere coscienza della propria potenzialità, senza appoggiarsi sulle spalle degli altri. Non l’album della consacrazione, magari una stuzzicante anteprima.

Voto: 7

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Autore: alealeale82@yahoo.it