Juda ‘Malelieve’

(Il verso del cinghiale 2009)

La seconda prova dei milanesi Juda esce per la giovane label Il verso del cinghiale, già co-produttrice di ottime, recenti uscite quali “Clan” degli Hutchinson e la ristampa dei seminali Six Minute War Madness (tra l’altro, Xabier Iriondo figura qui tra i collaboratori).
Non si può putroppo dire altrettanto bene di “Malelieve”, undici brani di stampo alternative rock in cui abbondano trame sonore cupe e pesanti figlie dei Tool, linee melodiche cantate in italiano che richiamano i primi Verdena (con un timbro più profondo e, per fortuna, un vocabolario più vasto) e svisate di chitarre tossiche di Cantrell-iana memoria.
Non mancano momenti discreti, come l’affondo pachidermico di Lame di sabbia, la ballad trasognata Trema o le interminabili cavalcate hard-psychedelic Invasa da umori a distanza e La+ma; non manca nemmeno la capacità di amalgamare al meglio le influenze prima che sfocino nel plagio: manca però ogni traccia di innovazione, la pur minima volontà di superare e aggiornare stilemi ormai triti e ritriti. Ci si appoggia a schemi sicuri, al solito canovaccio, non si rischia, non si va avanti. Pecca gravissima di questi tempi, in cui ogni giorno vengono pubblicate centinaia di nuove uscite: per non affogare in questo mare di dischi bisogna sbracciare. Osare.
Può (condizionale) piacere ai nostalgici degli Anni Novanta, chi è in cerca di novità può soprassedere.

Voto: 5

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Autore: alealeale82@yahoo.it