Michael Maksymenko ‘Business Cide. Musical Situation 1977 – 1989’

(ReR MEGACORP 2008)

Il batterista e cantante svedese, di origine sovietica, Michael Maksymenko è stato (dal 1992 si è in pratica totalmente dedicato al lavoro di giornalista; nei Duemila ha ripreso a suonare in progetti molto laterali e carbonari) a far data dalla metà degli anni Settanta un notevole agitatore dell’underground scandinavo e non solo. A partire dal trio Kräldjursanstalten, con i gemelli Thomas e Stefan Agaton al basso e alla chitarra, per finire con le collaborazioni “americane” della seconda metà degli anni Ottanta (soprattutto con Henry Kaiser), l’uomo ha cercato di portare avanti una credibile traduzione svedese del “Rock In Opposition” – si spiega perciò perché “Business Cide” esca per la label ReR – e di aprirsi contestualmente a contatti frequenti con musicisti di simile ispirazione.
Ci è riuscito? Si nei pezzi elaborati con gli Agaton tra il 1980 e il 1981 uniscono ambizioni alte a rabbia (post)punk (Voodooboogie), Captain Beefheart e Henry Cow (molto più il primo che i secondi, a dir la verità: Det enda raka). Maksymenko ha il merito di non prendersi troppo sul serio (soprattutto nel modo di cantare: Ibland om vardagarna. Qui i Kräldjursanstalten sembrano inaspettatamente i Primus), oltre a possedere un approccio personale allo strumento.
Nel 1985 il batterista fa uscire un suo album solista, “Nu Kan Det Sägas”, che rende più “professionali” le sonorità senza guadagnare granché in altri aspetti.
L’incontro, nel 1986, con il chitarrista americano Henry Kaiser porta alla formazione del gruppo Crazy Backwards Alphabet, che assieme ad un altro componente-perno – il bassista Andy West – vede transitare nelle sue fila anche il batterista del succitato Capitano John “Drumbo” French e il chitarrista Bob Adams. Frank Zappa è il nume tutelare, assommato al gusto per l’improvvisazione (i ventidue minuti e cinquanta di Beneath The Valley Of The Dropped D, la ripresa di Ghosts di Albert Ayler). Le sonorità in qualche modo “plastificate”, però, già cruccio di “Nu Kan Det Sägas”, non sempre convincono (le chitarre soprattutto: eppure Kaiser è un musicista di vaglia, come dimostra l’album realizzato nel 1998 assieme a Wadada Leo Smith, “Yo, Miles”).
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Voto: 6

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