Carnifull Trio ‘Welldonia”

(Riotmaker Records/Warner Music 2008)

Avevamo già recensito positivamente la precedente fatica (“Modamare”) del Carnifull Trio nel 2006: oggi Luka Carnifull (metà direttiva della Riotmaker Records e dei Fare Soldi con Santana Pasta – per inciso il progetto più incisivo ed innovativo editato dall’etichetta friulana, oltre e al di sopra dei pur valentissimi Amari ed Ex-Otago) ritorna con questo conciso (ventotto minuti e quarantuno secondi) “Welldonia”. Con lui la “solita” doppia ritmica di Jama (percussioni acustiche e elettroniche, scacciapensieri, sintetizzatore, voci) e Ale Marcus (batteria, percussioni, voci) ad accompagnare le evoluzioni al canto e soprattutto alla chitarra del “leader”. Anche alcuni ospiti sono “consueti”: gli archi sintetici di Marcopiano degli Amari in Kaiserfunk; Leo “Fresco” Beccafichi del Sound Studio Service di Città di Castello che oltre alla registrazione e al mix ci mette pure il “clavinet” in ’O puzzone.
Questa volta la faccenda è più “dance-daft-punk-funk oriented”, a partire dall’iniziale Kaiserfunk: il lavorio chitarristico di Carnifull – troppo tondo per poter essere semplicemente accomunato a quello di David Byrne e Jerry Harrison nei Talking Heads: sentire la già nominata ’O puzzone – è dinamicamente spinto dalla propulsione ad alta energia dei soci e dal sapiente uso dell’elettronica. Nella seconda traccia, Mama Uba, emerge un aspetto nuovo, “canzonettistico”, che francamente lascia perplessi per la disparità tra (francamente banale) scrittura e (usuale) bellezza ed efficacia dei suoni: per fortuna il robusto “punk-funk” di Noi voi alcool (impreziosito dai cori “ubriachi” di Uanza, Miki e Frans) riporta il tutto sul normale (alto) livello qualitativo della Riotmaker. Tra l’altro, la dimostrazione che Carnifull e soci sanno allestire brani di levatura non lontana da quella dei fuoriclasse Fare Soldi è contenuta proprio in questo CD (Ti faccio causa (ed effetto)): per questo episodi come la succitata Mama Uba (e la di poco migliore Fiscomusic, che se non altro è scorrevole) lasciano basiti.
Comunque, anche “Welldonia” è un lavoro che quanti intendono creare musica “mainstream” italiana non indecente in questo primo decennio del Duemila dovrebbero religiosamente ascoltare e “copiare” (dopo aver riconosciuto i giusti diritti alla Riotmaker Records, naturalmente): pensiamo a quanto bene potrebbe fare la produzione di Carnifull (sentire la cornucopia elettroacustica di 100 estati: tra l’altro “Welldonia” è stato masterizzato a San Francisco) ad un Jovanotti o a un Tiziano Ferro. Se solo ci fossero coraggio e voglia da parte loro…

Voto: 7

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