So! ‘Stolen Time’


(Seahorse/Goodfellas 2008)

Post Rock e personalità, binomio non da poco visto l’andazzo generale.
Vengono da Montevarchi i SO!, e debuttano su full lenght per la Seahorse Recordings di Paolo Messere (Ulan Bator, Blessed Child Opera): otto capitoli, in gran parte strumentali, di un flusso continuo ricco di incastri matematici debitori dell’asse Chicago-Louisville ’90, cavalcate noise come It’s so hard to think (che non starebbe male nel catalogo di June of ’44 e Slint) e la splendida Puccettino!, stacchi improvvisi, tanta improvvisazione e addirittura una fuga jazz-core nelle bordate di sax che concludono Mammoth’s Step.
“Stolen Time” è insomma un monolite di suono duro e compatto che si apre però in almeno due episodi, e non ci dispiace, a sprazzi più melodici e distesi, ascoltare le oniriche Leg godt e Love for sunday driver; mette i puntini sulle i la conclusiva Under the king’s control, connubio ideale tra potenza e melodia.
I SO! entrano di diritto nella meglio gioventù del Belpaese a fianco di nomi come Venezia e Captain Quentin: per quanto diversi tra loro, tutti testimonianza di come suonare Post Rock oggi, in Italia, possa ancora avere un senso.

Voto: 8

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Autore: alealeale82@yahoo.it