The Bonedrivers ‘Roadhouse Manifesto’

(Blueblack Records 2006)

Immagino che in pochi si ricorderanno dei Gone Jackals, band hard rock con tocchi blues dell’area di San Francisco che ebbe una breve ma meritata popolarità grazie alla colonna sonora presente nel gioco Lucasarts ‘Full Throttle’, che fu poi ricavata dall’ottimo album “Bone To Pick”.
Bene, per chi non si ricorda poco male, perché due quarti della suddetta band sono tornati alla ribalta con le loro vene blues esposte (che poi non avevano mai nascosto) formando i Bonedrivers. Nello specifico, Keith Karloff, mente centrale dei GJ, è chitarra principale, produttore e anche cantante più R.D. Maynard al basso. Ad aiutarlo si aggiungono Johnnie Colleton alla voce e chitarre, Randy Gzebb alla batteria più un’inedita sezione di fiati (soprattutto notevole sulla strumentale dal sapore seventies Macon Bacon).
Ciò che ci aspetta nei dieci pezzi di “Roadhouse Manifesto” è un viaggio attraverso il rock/blues più classico, da pezzi country dal retrogusto biker come Live to Ride, a cose più melodiche come Light Of The Morning Sun, a pezzi più muscolari come Get It!. Evil Twin Sisters è invece un pezzo recuperato dal praticamente ignorato ultimo album dei Gone Jackals, “Blue Pyramid”, e qui rivisitato chiaramente in chiave meno rockettara.
Riprendono poi l’antica Baby, it’s You per rivisitarla come potrebbero fare gli Yardbirds, vanno più sul melodico con la quasi struggente Lou Ann e infine concludono con l’incendiaria Do You Want Some of This?.
La produzione curata da Karloff picchia come non mai sulla sezione ritmica, rendendo le canzoni energiche davvero un gran piacere, ma anche i momenti più leggeri comunque sempre ricchi di ritmo.
Insomma “Roadhouse Manifesto” è un album blues/rock realizzato da chi lo ha suonato per tutta la vita, pregno di un’atmosfera che solo chi ha suonato in locali pieni di motociclisti, fumo e birra a fiumi può ricreare. Esperienza che indubbiamente paga in ogni momento dell’album e che lo rende un ottimo acquisto per chi vuole qualcosa che non siano i soliti nomi.
Disponibile sul sito della Blueblack e anche su Itunes.

Voto: 8

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