Helmut Krauser ‘Il Grande Bagarozy’

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Marco Loprete

marcoloprete@libero.it

Un individuo che afferma di essere il diavolo, una psicanalista insoddisfatta, un consulente finanziario dallo strano hobby, due gatti omosessuali ed un barboncino in un frigorifero… c’è questo ed altro ancora ne ‘Il Grande Bagarozy’, il nuovo romanzo di Helmut Krausser, edito dalla Barbera Editore. Per chi non avesse mai sentito il nome di questo scrittore, possiamo dire che si tratta di uno dei più osannati autori nati in Germania (“la grande speranza della letteratura tedesca” lo ha definito il Die Zeit – non proprio un rotocalco scandalistico…). La sua opera più importante resta ‘Il Falsario’, edito in Italia da Einaudi, ma questo nuovo capitolo della sua produzione artistica non sfigura affatto al confronto con il ben più celebre scritto del 2002.
Protagonisti della vicenda Cora Dulz, psicanalista infelicemente sposata con un consulente finanziario che ama collezionare ritagli di giornali su morti strambe ed incredibili, ed uno strano individuo, Nagy, che un pomeriggio si presenta nel suo studio raccontandogli di aver assistito all’apparizione del fantasma di Maria Callas. In seguito, tuttavia, egli confesserà di essere il diavolo in persona.
Ora, si potrebbe obbiettare che di romanzi con protagonista Lucifero o che ruotino intorno alla sua sulfurea figura ce ne siano a bizzeffe: ma il caso di dell’opera di Kausser è diverso. Il suo Satana, fattosi umano, è smarrito, incapace di provare soddisfazione nello svolgere il proprio ruolo nel mondo: insomma, un individuo alla ricerca di un senso. “Una volta, per me, la terra era una festa, una sala da ballo, una sala giochi sconfinata, un centro commerciale di notte. E adesso? Siamo eroi di fumetti in bianco e nero, – scrive Kausser – parole vuote che si gettano di orecchio in orecchio su un immenso vuoto grigio. Nella tua terra non ho scoperto nulla che valga la pena di rivedere”.
Visto da questa prospettiva, il suo amore, quasi ossessivo, per la Callas sembra poco più che un tentativo di trovare qualcosa di bello, di prezioso, di puro per cui valga la pena vivere. Ma l’esperienza è deludente; la grande artista lo respinge e a nulla servono le attenzioni di Cora, la cui attrazione per quest’uomo, che l’autore ci descrive come non bellissimo ma dal fascino magnetico, condurrà ad un tragico finale.
Intendiamoci: Il Grande Bagarozy è ben lungi dall’essere un capolavoro, ma scorre via senza intoppi. La prosa di Krausser è raffinata ma non lambiccata (anche se certi dialoghi appaiono un po’ rigidi), buone le sue capacità di introspezione psicologica e l’abilità di mettere a nudo con studiati tocchi l’ipocrisia e la frustrazione della vita borghese, tanto da far si che il lettore si ritrova a simpatizzare per il demonio e a disprezzare il resto dei personaggi. Tuttavia c’è qualcosa che manca, un quid indefinito che impedisce al romanzo di elevarsi al di sopra della medietà; così al lettore rimane tra le mani un buon libro, ma sicuramente non fondamentale.