Dente ‘Non c’è due senza te’

(Jestrai Records 2007)

La prima cosa che salta all’orecchio, ascoltando l’interessante “Non c’è due senza te” di Giuseppe Dente Peveri, è la qualità “sentimentale” e “letteraria” dei testi: raramente è dato sentire rapporti interpersonali (meglio, uomo-donna) cosi ben descritti, o meglio narrati. Il tradimento antisentimentale evocato in Canzone pop (geniale: termine impegnativo ma in questo caso da spendere); il distacco ubriaco di La battaglia delle bande; la sentita descrizione di La presunta cecità di Irene, per fare alcuni esempi, si riallacciano alla migliore tradizione dei veri cantautori italiani “sensibili” (numi tutelari: Luigi Tenco in Oceano, Flavio Giurato in Dxg, Federico Fiumani in La fine del mondo e Scanto di sirene).
Musicalmente Dente ha maggiori rapporti con qualche ultimo americano (tipo Iron & Wine) o italiano (tipo Pecksniff o Bob Corn) che con i nomi sopra citati: voce e chitarra – sua – in primo piano, con interventi discreti delle percussioni (Gianluca Gambini) e di varie tastiere (Andrea Cipelli). Anche sotto questo aspetto riesce a tenere testa a realtà oggi celebrate (Perturbazione o Moltheni): sentire Diecicentomille.
Da conoscere e diffondere, sicuramente; “Non c’è due senza te” fa venire voglia di visitare il sito dell’etichetta, all’URL www.jestrai.com

Voto: 7

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