Chuck Palahniuk ‘La scimmia pensa, la scimmia fa’


Quando la fantasia ci dice più della realtà.

 

Di Aldo Piergiacomi

aldopiergiacomi@libero.it

La scimmia pensa, la scimmia fa
Chuck Palahniuk
2006 Strade Blu – Mondadori
Trad. Giuseppe Iacobaci

Cosa vi piace di uno scrittore? Se rispondete il classico “quello che scrive”
sarete d’accordo con me che è solo una parte della verità…

E si perché anche leggendo “Guerra e Pace” oltre ad appassionarci alle vicende
del principe Andreij o del generale Kutuzov la nostra mente, più o meno
inconsciamente, vuole fantasticare anche sulla vita del genio che l’ha scritta e
allora, a seconda dei gusti, la nostra fervida immaginazione pensa ad un Tolstoj
intento a scrivere nel buio del suo piccolo studio o a vantarsene nella luce dei
salotti più buoni…

Leggere Palahniuk e pensare alla sua vita è un’attività che avviene in maniera
quasi automatica (e sicuramente è molto più intrigante rispetto a quanto avviene
per lo scrittore russo…), perché quando leggiamo delle situazioni paradossali
che capitano ai vari protagonisti la nostra naturale perversione ci fa valutare
quanto di autobiografico ci possa essere raccontato…

Pertanto l’intento originario del libro, che era appunto quello di farci toccare
con mano la vera vita dello scrittore, sarebbe da apprezzare se non fosse che
poi il tutto ci delude proprio come quei giochi di prestigio che tanto ti
piacevano fino a quando non ti hanno spiegato lo stupido e banale trucco che ci
sta dietro…

Perché un conto è immaginare il nostro “eroe” partecipare ad estenuanti riunioni
di gruppi di autoaiuto o di ipotetiche sette segrete dedite al sadomasochismo un
altro è conoscere il suo periodo culturista-masochista (con forti pericoli alla
virilità del protagonista!) come pure altro è sapere dei suoi incontri con i VIP
del momento…

Tutto è più normale, meno al limite e quindi meno fascinoso… se ci si aggiunge
poi della reale ossessione maturata per la sua creatura più celebrata
(fightclub) e per la relativa voglia di emulazione verso il protagonista
cinematografico e verso soprattutto le sue labbra! (anche a costo di usare
improbabili attrezzature…)

Ma d’altronde anche Palahniuk stesso ammette che conoscere di persona gli autori
dei suoi libri preferiti (il vero pregio di questo libro sta proprio nel farci
conoscere i testi che più lo hanno influenzato…) è quasi sempre una delusione,
come è accaduto anche a lui durante una cena con la sua scrittrice preferita pur
se, come paventato, lei non si è lasciata andare a flautolenze non
controllate…

Pertanto appassionatevi pure alle improbabili realtà di libri come Soffocare o
Ninna nanna o anche Cavie che tanto riescono a farci riflettere su noi stessi e
sulle nostre società ma potete benissimo sorvolare sulla “normalità” della vita
del loro povero scrittore che in fondo non può che parlarci solo di se stessa…