Svarte Greiner ‘Knive’

(Type Records/Wide 2006)

Già apparso negli album (sempre su Type) dei Deaf Center, Svarte Greiner esce con questo progetto solista sull’etichetta che pian piano sta rifondando il panorama drone ambient electro mondiale. Il suo nuovo lavoro è intriso di suoni scricchiolanti di chitarra mescolati a suggestioni oniriche di (echi di) voci post-doom. La distanza con i fratelli americani della Southern Lord (i Sunn O))) di O’Malley) si fa sempre più ridotta, anche se qui non si punta sul muro sonoro, bensì sulla sottrazione e sulla dilatazione. I due estremi delineano bene i contorni di quello che sta diventando uno dei sentieri più battuti negli ultimi anni dall’underground rock. Il ritorno di nomi quali Earth o Melvins non stupisce più nessuno.

Questo disco riprende in maniera personale il suono dilatato della 4AD e lo mescola con intrugli di chitarre distorte e suoni di vecchie navi che stanno affondando in un mare di armonie glaciali. Tra alti (la splendida ballad The Black Dress, colonna sonora piena di campanelli di slitte freddissime e organi maestosi, l’iniziale lamento del violoncello di The Boat Was My Friend che rinnova la lezione dei Godspeed You! Black Emperor e la conclusiva Final Sleep che potrebbe stare nel nuovo disco dubstep di Burial) e bassi (la compiaciuta cavalcata noise di My Feet, Over There o l’inutile riempitivo di Easy on the Bones), la proposta è piena di buonissime idee che meriterebbero un’ulteriore limatura. Attendiamo il prossimo.

Voto: 6

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Autore: taffey6977@gmail.com