Tatamkhulu Afrika ‘Paradiso Amaro’

 

Di Manuelita Marcantoni

Manuetc@libero.it

“..ma com’è che leggi ‘sta roba ora..?!” Perchè mi tocca, ecco perchè cara Mary. Perchè mannaggia a me e quando dico di sì! E visto che questo è il quinto che mi rifila, ho oramai concrete possibilità per finire per diventare un’icona gay. Come per Cher o Madonna o Prince.., basterà il nome: Manuelita, che di per sè già si presta.. (thanx a lot mama!). E anche perchè “..’sta roba..” fondamentalmente.. si legge. Obbiettivamente: entrerei mai in libreria per comprare “Paradiso Amaro”?! No. Lo regalerei mai a qualcuno?! No. Ma si legge. Drammaticamente brutto, ma si legge.
La trama in sei righe:
Tom e Danny trovano la forza e ritrovano se stessi (o forse smarriscono se stessi?!) tra il macabro circo della seconda guerra mondiale, in un campo di concentramento italiano sotto il terso cielo africano, nelle difficoltà della sopravvivenza, nella facilità del difficile alternarsi dell’alba col tramonto e il tramonto con l’alba.
Se poi, di righe, qualcuno ha voglia di leggerne di più, allora ecco quanto:
il racconto nasce dall’esperienza diretta dell’autore, testimone storico della drammaticità di quei bui giorni della grande guerra, in terra d’Africa, divisi e condivisi tra gli invasori, (i tedeschi “Fritz” e gli italiani “Mussolini”, n.d.a.), e gli stessi alleati. Una testimonianza storica di notevole importanza in cui, tra l’altro, gli italiani non ne escono esattamente come sinonimo di “brava gente”..
Per quanto concerne il tema di fondo, personalmente, non lo ritrovo nè nel conflitto bellico nè tanto meno nella sessualità del sentimento in sè, bensì nella libertà e nella fragilità dei sentimenti visti in un’ottica universale. Una vulnerabilità, dunque, non dovuta esclusivamente alla condizione di diversi tra gli “uguali” ma dovuta al microcosmo artificiale in cui nasce e si sviluppa la storia: un piccolo, fragilissimo paradiso nelle cantine dell’inferno.
Ecco perchè è il cuore, sede degli affetti e della sedimentazione dei ricordi, dell’incontro intimo tra il desiderio e la necessità, il vero soggetto della storia che l’autore propone al lettore, ormai coinvolto e sconvolto nella comunicazione di ricordi e riconquiste dell’anima.
Il linguaggio è abbastanza fluido, piuttosto crudo, spesso del tutto gratuitamente senza apportare gran che di spessore alla narrazione.
In una parola: s’affronta.

 

PS. ..nel pacco c’è la pistola..  :p