Badawi ‘Safe’

(Asphodel/Wide 2005)

Israele e New York. Il Dub scoperto a 14 anni a Gerusalemme, John Zorn e la scena Downtown. I ‘quarti mondi’ di Jon Hassell e Brian Eno, Bill Laswell e il Duke Ellington della “Far East Suite”. L’Ambient, le musiche per film e, a fondamento di tutto, lo studio e la passione per strumenti e voci della cultura d’origine.

Questi i titoli ‘cruscanti’ di Raz Mesinai (flauto, percussioni, pianoforte, elettronica), leader di Badawi, creatura a organico mutevole qui alla seconda prova discografica: “Safe” riassume e porta a compimento il percorso iniziato nel capitolo precedente “Clones And False Profetes” (uscito per Roir nel 2003), dando vita ad una manciata di vibranti, cinematiche, ipnotiche spirali sonore dove convivono e si con-fondono tradizione mediorientale rivisitata, le frequenze ventrali del dub, riffs percussivi elettroacustici e micro-arrangiamenti ‘a strati’ per trio d’archi (Mark Feldman, Eyvind Kang e Jane Scarpanton), tuba (il ‘Threadgilliano’ Marcus Rojas) e la chitarra di Marc Ribot , spesso nel ruolo di battitore libero.

Quando Mesinai non indulge in una ‘scrittura’ fin troppo carica, saturando ben presto lo spazio sonoro, la musica di “Safe” riesce ad essere allo stesso tempo epica e cupamente ariosa: allora, come da una veduta del tutto ideale, scorrono davanti ai nostri occhi landscapes sonori di indubbio fascino.

Decisamente consigliato!

Voto: 8

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