Eco98 ‘Demo 1’

(Autoproduzione 2005)

Indie rock fresco, pimpante e ricco di sfaccettature quello degli Eco98, giovane formazione di Monza all’esordio

autoprodotto, cinque soli i pezzi, ma sufficienti per farsi un’idea sul sound del gruppo: un volo dagli States

all’Italia alternative dell’ultima decade, con sosta prolungata nel Regno Unito del brit rock.
Sul gradino più alto del podio senza dubbio Tirami i confini, basso pulsante in evidenza e chitarrina scarna

alla White Stripes, ma l’arma in più è la voce, brillante, sicura negli alti e capace di valorizzare con linee

melodiche non complesse ma mai banali dei testi niente male.
Stesso discorso per l’iniziale Apri la porta che entro anche se tu vuoi uscire, mentre Insipido, più cupa

e acida (un qualcosa dei Queens of the Stone Age e degli Afterhours?), non convince in pieno in quanto incapace di

assumere un’identità precisa: sembra di trovarsi di fronte a tre brani incastrati insieme di forza, un inutile e

sprecato medley di tre brani singolarmente validi…cosa che non accade con la successiva A volte non so dove

vado, settanta secondi di perfetta immediatezza pop rock, gli Altro da Pesaro insegnano.
Chiude il disco Mantra, un funky rallentato e sbilenco lontano parente dei Faith No More, forse povero proprio

nelle linee vocali, monotone e eccessivamente lineari.

Cinque pezzi capaci di fondere discretamente e soprattutto in maniera originale l’indie rock statunitense, timbri di

stampo brit (Placebo su tutti) e un sapiente uso della lingua italiana che in più di un episodio ricorda un

qualcosa dei Bluvertigo; certo le ingenuità sono ancora molte, ma la stoffa c’è tutta e si sente… tutto sta nel

cucirla al meglio.
Attesa vivamente la prossima prova.

Voto: 7

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Autore: alealeale82@yahoo.it