eRIKm ‘Sixpériodes’

(Sirr-ecords 2006)

Experimental, electronic, concrete, improv, noise, streaming, music computer, turntable, object… sound… sound… sound.
Stili, movimenti, tecniche, i generi e le strumentazioni sopra citate rendono (‘parzialmente’) l’idea di come possa essere eterogeneo l’universo musicale esplorato/sperimentato da eRIKm. Attivo come musicista dal 1992, la chitarra delle origini si è mutata nel tempo in qualcosa di diverso: ormai gli appassionati dell’elettro-acustica conosceranno bene l’attività di eccentrico turntablist e manipolatore di vinili, perpetrata e trasformatasi sempre più in vera e propria vivacità compositiva elettro-elettronica. Una situazione che porta ormai ad avvicinare il nome di Erik a quello di noti colleghi ‘DJs’, quali Otomo Yoshihide e Christian Marclay e nel contempo avvicinandolo a compositori di ‘rango’ che preludono dalla musique concrète di Luc Ferrari al digital noise di Fennesz; tutti nomi con cui vi è stata più di una volta l’occasione di suonare e creare materiale sonoro spalla a spalla.
“Sixpériodes” è un’affascinante percorso costituito da materiale audio risalente al quadriennio ’01-’04; in esso risiedono sei composizioni ‘autonome’ scritte dall’artista francese per appositi spettacoli-conferenze di danza, performance teatrali, film muti…
Si va dalla colonna sonora a posteriori per una vecchia pellicola di René Clair -“Paris Dort” del 1926- alle numerose collaborazioni con la coreografa Mathilde Monnier e i ballerini dell’Opera di Lione, fino alla cosiddetta ‘alterità’ sonora per la scrittura artistica di François Michel Pesenti.
In due parole, una raccolta che si prefigge di presentare e approfondire il ruolo di compositore (per situazioni piuttosto inedite fino ad ora) e così di conoscere l’approccio multiforme alle tecniche di composizione, divise tra elettronica ed acustica, tra field recordings e…
Uno stato di stasi, silenzioso in partenza, invade e cresce con controllata lentezza il proprio volume durante i dieci minuti di Les Paésines; dopo poco veniamo invasi da un mare aperto di suoni ‘celestiali’: è una cornice di ambient music perfetta e bilanciata, quella che Erik dipinge alla bisogna. Slide è un brano che viene commissionato dall’Opera di Lione per uno spettacolo di danza: esso si struttura su scontri di ritmo e suono che vedono deflagrare in diversi impatti sonorità elettroniche – granulari e anche piuttosto aspre – con campioni di suono estratti da un piano, suonato dalle mani di Charlie O.
Catartico e in voga per i climi isolazionisti le vibrazioni di Alitérations, squisito compendio a base di frequenze, ultra-suoni minimali, graffi, disturbi, sospiri…
Come sempre, appare inutile tentare una descrizione ‘razionale’ nei confronti di una musica che gode per la maggior parte di un carattere decisamente astratto (ed anarchico). Le mie sensazioni possono tranquillamente essere diverse da quelle di un altro ascoltatore: mi preme solo offrire con questa recensione un (seppur minimo) contributo, affinché la mente creativa di eRIKm venga sempre più conosciuta e apprezzata dal pubblico internazionale e non solo dagli ‘addetti ai lavori’.

Voto: 8

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Autore: mariacenci@alice.it