Eli Roth ‘Hostel’

Buon Marketing Per Un Bmovie Da Evitare!

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Aldo Piergiacomi

aldopiergiacomi@libero.it

HOSTEL
Regia: Eli Roth
Colore 90 min. – USA (2005)

Questo film è stata una vera delusione…

Anche se la buona campagna di marketing lo aveva presentato come film difficile
da sostenere per i più deboli di stomaco (i più estremi raccontavano di un
sacchetto per contenere il voltastomaco dato col biglietto d’ingresso) ero
comunque andato al cinema sapendo benissimo di non dovermi aspettare un
capolavoro…

Già che personalmente non sono mai stato un fan dei film horror/splatter che ho
sempre trovato nel migliore dei casi comici, quindi anche in questo caso l’aver
avuto un promoter d’eccezione (l’ormai onnipresente Tarantino ultimamente
impegnato più nel ruolo di suggeritore di film che di regista… sigh!) non
faceva sì che vi riponessi delle grandi pretese.

Comunque questo Hostel per farsi riconoscere come film di serie B non ci mette
molto: la prima mezzora di tette e culi è degna di un film tipo “Pierino ad
Amsterdam” con tanto di tutti gli stereotipi del caso, uno su tutti? la
riproduzione dei fintissimi quartieri a luci rosse…

Poi il già visto muta registro e va verso i “topos dell’inquetudine”: l’est
sconosciuto, il viaggio in treno verso una meta sconosciuta e le classiche donne
bellissime che, come vuole la leggenda metropolitana, prima ti dicono che
faranno sesso con te poi il giorno dopo ti trovi senza un rene… vabbeh qui la
vicenda è “leggermente” diversa ma il senso è quello!

Il problema è che questi spunti che potevano essere sviluppati in modo
interessante vengono proposti in modo scontato, poco credibile fino a sconfinare
anche nel surreale/umoristico

Chiaramente sangue ce n’è e anche molto per carità! (anche se a dire la verità
si è fatto anche di più)… e anche vomito (dei protagonisti però e senza
“contenitori”… a pensarci bene l’idea del sacchetto era proprio una bella
trovata di marketing… peccato!) ma gli attori sembrano fare a gara per essere
meno convincenti possibile anche nelle situazioni più normali… e poi ci si
mette pure il copione sbagliando in modo clamoroso il protagonista da far
sopravvivere… (ma era evidente che l’ingenuo e simpatico era il lungaccione
biondo e non il moretto palestrato!!!!)

Ma alla fine di tutto oltre a queste cadute (che ad onor del vero sono proprie
di un Bmovie) la cosa veramente da rimproverare a tutta l’operazione è la totale
mancanza di tensione! Raramente si rimane in angoscia e forse a volte ci si
annoia pure, e allora che senso ha tutto ciò? Se l’intento dell’operazione (ammesso che ci sia) era quella di seguire i canoni dei film horror di serieB
almeno nella suspence ci doveva essere più efficacia… altrimenti rimane solo
lo splatter senza motivo.

Visto che non vale la pena di “sprecare” altre parole, possiamo confermare che
il ns. amatissimo Tarantino dovrebbe dedicarsi alla regia invece che fare il
promoter di semplici e brutte operazioni commerciali… (noi, suoi inossidabili
fans, aspettiamo fiduciosi!!!)

Non rimane che un unico consiglio: EVITATELO!

Da ricordare:
– il cammeo di Miike Takashi (regista dell’episodio “box” del mai dimenticato
“Three extremes”)
– la tv con alcune scene di “pulp fiction” recitato in sloveno!!!