Benoit Delbecq Unit ‘Phonetics’

(Songlines Recordings 2005)

Benoit Delbecq va certamente annoverato tra i musicisti più interessanti emersi negli ultimi tempi: a conferma di ciò giunge questo splendido dischetto, già nella “playlist” dei migliori di quest’anno.

Il pianista francese, alla testa di un singolare quintetto – sax tenore, viola, piano (sovente preparato), contrabbasso, batteria – propone una musica compatta, estremamente controllata, immaginosa, che colpisce per chiarezza di intenti.

Con un po’ di ironia si potrebbe parlare di “contemporary afro cool”, volendo inglobare in questa pomposa quanto improbabile definizione, alcuni riferimenti sonori che, all’ascolto, la musica di Delbecq suggerisce.

Contemporary per il ductus pianistico del francese che fa pensare ad un Paul Bley intento a ricomporre le preziose collanine cageane delle “sonate ed interludi” sul filo di uno swing pieno di infarti ritmici, complice la dichiarata passione per Ligeti e i suoi studi per pianoforte. Ma l’ iper-piano di Delbeq, suona spesso come una micro orchestra di gamelan…

Afro per la chiara matrice ritmica della batteria del camerunense Biayenda, le cui poliritmie “rispondono” al fluire pienamente jazzistico della scansione: un approccio “additivo” che sparge sale sulle ipnotiche esposizioni, inversioni e riproposizioni dei già fratturati temi di Delbecq.

Cool per il sound complessivo proposto dal gruppo e, in particolare, per il fraseggio e la timbrica del sax tenore Mark Turner, strumentista ormai noto e in costante maturazione: ascoltate, in proposito, la cadenza solitaria che introduce il brano Multikulta, condotta con esemplare logica e lirismo.

Tuttavia rigore ed estremo controllo caratterizzano tutto il cd.

Descrivere ogni pezzo sarebbe cosa inutile: qui tutto suona importante. E coerente.

Ma ciò che più colpisce di “Phonetics” è la capacità (assai rara oggi) di dare senso ad ogni momento dell’udire: restituisce insomma all’ascoltatore la rigenerante consapevolezza di misurare un percorso, passo dopo passo, ascolto dopo ascolto, verso un’emozione che cresce nel tempo.

Voto: 8

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