Kinetix ‘White Rooms’


(Small Voices/Wide 2005)
Viene da Piombino uno dei più accorti sperimentatori della nostra penisola. Finalmente ha un nome il misterioso progetto Kinetix che così tanto mi aveva impressionato sulle prime autoproduzioni firmate Nova Ars Digitandi, questo nome è Gianluca Becuzzi ed è un talento indiscutibile dell’avanguardia elettronica contemporanea. Una non musica, la sua, accostabile ai territori del digital signal processing più minimale, intriganti opere concettuali di suono il cui valore non ha davvero nulla da invidiare a quelle di mostri sacri quali Alva Noto, Frank Bretschneider e Co. Becuzzi si muove con l’entusiasmo di un ragazzino attraverso le più disparate arti e lo fa con competenza da oltre un ventennio, la sua apertura di vedute non può essere altro che il frutto di questo vasto background. Un bagaglio dal quale ogni volta escono fuori nuove ispirazioni, per plasmare nuove forme e tracciare nuove direzioni. Succede anche in questo doppio digipak, seconda emissione ufficiale affidata alla Small Voices. Il primo cd si muove su spazi vuoti, tra momenti di quiete apparente e di silenzio totale ed altri fatti di field recordings vari, microcostruzioni digitali e punteggiature noise. Il secondo è un inquietante ambient fatta di distanti e cupe suggestioni atmosferiche, elaborazioni ultrasoniche ai limiti dell’udibile e ancora silenzio. Tutto l’insieme è immerso in un sinistro meccanismo in divenire che terrà la vostra attenzione incollata alla sorgente sonora per tutto il minutaggio della durata dei 2 cd. Di nuovo un opera da non farsi assolutamente scappare, dove il suono suggestiona ma dove ancora l’unico assoluto protagonista è il silenzio.

Voto: 9

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