Red Worms Farm & G. I. Joe

Intervista a due gruppi della Fooltribe:
Red Worms’ Farm
e G.I.Joe

 

Dopo l’uscita del primo album dei G.I. Joe ‘Clito’s Angels’ e dello split ‘The Paper Chase Meet Red Worms’ Farm’, che segue ‘Troncomorto’, conosciamo questi due gruppi con Matteo, batterista dei Red Worm’s Farm e i G.I. Joe al completo, Alessandro (basso e voce) e Riccardo(batteria).

Red Worms’ Farm

Dove nasce ”La Fattoria dei Vermi Rossi”?
Nasce dall’incontro di tre persone che volevano e vogliono esprimere se stessi e le proprie qualita’ attraverso la musica e tutto quello che ne gira attorno. Molti ci chiedono da quanto tempo suoniamo insieme ma il piu’ delle volte non riusciamo a ricordarci gli anni che sono passati da quella prima prova al “covo” (la nostra vecchia sala prova dove oltre a provare ci incontravamo con i “tosi” di
Halleynation e organizzavamo concerti di gruppi americani e non in 20 mq con 80 persone pigiatissime all’interno). Proprio in quella prima prova e’ nata, come la chiami tu, la “fattoria dei vermi rossi”, da quel primo incontro, in un luogo a noi molto caro, di tre persone diverse ma affini fra di loro non solo dal punto di vista musicale.

Nella locandina dei vostri concerti scrivete:”…uno strano microcosmo che oramai ha raggiunto un suo equilibrio”. Siete voi quel microcosmo?
Il microcosmo di cui si parla nella locandina e’ proprio “troncomorto” un piccolo quartiere nella prima periferia di Padova dove c’era appunto il “covo” attorno al quale si e’ creato negli anni un piccolo microcosmo che e’ stata la linfa vitale per la nostra musica: la sala prove, il baretto da Giulio e Lino dove finite o in mezzo alle prove si andava a bere qualcosa, le riunioni halley, tutti luoghi o
situazioni in cui ci sentivamo a nostro agio. Per questo abbiamo intitolato il nostro disco ‘Troncomorto’.

Il vostro futuro sarà ancora con la Fooltribe?
Penso di si. Stiamo registrando il nuovo album che dovrebbe uscire a fine anno e con ogni probabilita’ uscira’ con Fooltribe. L’importante per noi e’ che ci sia un rapporto personale e un affinita’ con le persone che “lavorano” (parola grossa) con noi. Con tizio, paffu e tutti i ragazzi di Fooltribe si e’ creato un rapporto che va al di la’ del buttare fuori un disco. Non ci interessa uscire per persone che vogliono conoscerci solo come musicisti e non come persone.

Com’è nato l’incontro con The Paper Chase ed il progetto con la RobotRadio di Stefano  Paternoster?
il progetto nasce da un idea di stefano che dopo aver chiuso con ‘Equilibrio Precario’ aveva voglia di continuare il suo lavoro nell’ambito musicale con l’uscita di una collana di split tra un gruppo straniero e un gruppo italiano. Quando ci ha chiesto di partecipare alla prima uscita di Robotradio noi siamo stati entusiasti non solo perche’ ci sembrava un ottimo progetto ma anche per il fatto che potevamo collaborare con una persona con cui avevamo gia’ instaurato un rapporto personale e che abbiamo sempre ammirato e stimato per lo sforzo, la passione e la qualita’ che metteva nel fare ‘Equilibrio Precario’.

Un parere sull’attuale stato di salute dell’indie italiano. Secondo voi quali sono le difficoltà maggiori rispetto ad altri paesi europei che sembrano aver trovato la “formula magica”?
Domanda difficile a cui servirebbe un po di tempo per rispondere. L’unica cosa che posso dire e’ che si guarda sempre troppo all’estero in particolare agli Stati Uniti senza accorgersi che anche in Italia ci sono gruppi che “spaccano il culo”. Noi all’esterno per ora siamo stati in tour solo in Germania e abbiamo trovato un organizzazione perfetta e una disponibilita’ incredibile anche per gruppi sconosciuti in Germania come noi. In questo bisognerebbe cambiare in Italia: avere il coraggio da parte dei locali di aprire spazi anche ai “gruppetti” senza pensare solamente all’introito economico. Il discorso pero’ e’ troppo lungo e complicato, magari ne riparliamo a 4occhi!!!!!!

Sul palco siete tonici, avete un’impostazione fisica nell’esecuzione dei pezzi, questo in che rapporto sta con il vostro suono?
Deriva dal fatto che sul palco diamo tutto quello che abbiamo.

Ha senso parlare di “genere unico” per quanto riguarda la vostra musica?
Non credo. Credo che sia difficile inventare qualcosa di “unico” nella musica, l’importante e’ rendere personale quello fai. Alcune volte mi sono sentito dire da alcuni ragazzi di altri gruppi che avevano composto un pezzo alla Red Worms’ Farm e questo, se da un lato mi rende felice dall’altro mi
rattrista………….capisci cosa intendo?

(fate) Un saluto agli amici di Kathodik

CIAO TOSI!!!!!!!!!!

Andrea Bontempo

kovalsky_82@libero.it

 

G.I.Joe

Da quanto tempo suonate? Sin dall’inizio avevate le idee chiare sulla strada da prendere, sia per l’attitudine che per le sonorità?
Alessandro: Come G. I. Joe suoniamo da 4 anni più o meno, ma già prima, dall’età di 16-17 anni, suonavamo assieme in un altro gruppo. Abbiamo iniziato a suonare contemporaneamente e insieme, per cui ora abbiamo un’intesa notevole suonando tra di noi. Non abbiamo mai avuto, e neanche adesso, le idee chiare sul che cosa fare. Semplicemente si suona quello che ci viene e che ci piace, pensando in seguito a come svilupparlo e completarlo. Sicuramente influiscono sulla composizione dei pezzi, i gruppi che al momento ascoltiamo di più, ma sempre relativamente.
Riccardo:suoniamo assieme dalla terza superiore, adesso abbiamo 23 anni, abbiamo imparato a suonare insieme e militato in gruppi diversi…le idee chiare come dice Ale non le abbiamo mai avute, nemmeno adesso, l’attitudine è quella punk, soprattutto nelle relazioni, quella del diy, le sonorità? Una catartica violenza, qualcosa che ti fà sudare e ti scarica, ti agita e ti arrapa…

Cosa pensate della vostra scena locale? E del panorama indipendente italiano nel suo complesso? Qualche nome che vi sentite di consigliare?
Alessandro: Nella nostra scena locale ci sono gruppi molto interessanti, se non veramente fighi. I due problemi principali nella nostra zona sono: che i gruppi fighi si contano sulle dita di due mani, e che mancano i locali e i luoghi di aggragazione per concerti. Fino a poco tempo fa ce n’erano
abbastanza, ma adesso non c’è più quasi niente. Del panorama indipendente italiano nel suo complesso, non ho gran considerazione. Purtroppo le cose a mio parere più fighe le trovo fuori dall’Italia. I migliori a mio avviso in Italia sono: ZU, With love, Red Worm’s Farm……

Riccardo: il Veneto a mio parere è ricco di gruppi validissimi, ci sono i grandissimi With Love, sempre originalissimi, i Superlucertulas, gran bel trio di Vittorio Veneto a ottobre in uscita su 8mmrecords e con cui stiamo organizzando un piccolo tour all’estero, il duo ZurichagainstZurich, da tenere d’occhio perchè sanno il fatto loro, i potenti Aflowerkollapsed, gli Afraid da Verona, i Red Worms’ Farm, i Monroe e altri. Il panorama indipendente italiano che conosciamo noi è fatto da amici con una gran passione per la musica, sia per i gruppi che per i nobili ragazzi che si sbattono per organizzare i concerti, speriamo si allarghi sempre di più e sia sempre più selvaggio…

Quali sono i gruppi che vi hanno influenzato maggiormente, che caratterizzano di più la vostra musica?
Alessandro: Noi siamo continuamente influenzati dalla miriade di gruppi e generi musicali diversi che ascoltiamo. E’ difficile fare una lista dei gruppi che più ci hanno influenzato. Beh, dal punto di vista della formazione musicale dei primi tempi, che ci ha dato la base fondamentale su cui adesso
lavoriamo, direi Jesus Lizard, June Of 44, Shellac, Fugazi, Primus, Jon Spencer ecc…
Riccardo: Difficile dare una risposta, ascoltare dischi, andare ai concerti è quello che amiamo fare di più, gli stimoli sono stati tanti e continuano ad essere tanti, posso dirti i miei ultimi ascolti: Noxagt, Lightning Bolt, Miles Davis, Chicago Underground Trio e Rossini

Adesso come adesso siete uno dei tanti gruppi del sottobosco alternativo italiano… Dove puntate di arrivare? Cosa pensate del fatto che tanti gruppi che partono dal basso, fintanto che sono  semi-sconosciuti esprimono le cose migliori, per poi perdersi appena iniziano ad avere un pò di notorietà?
Alessandro: Per ora non ci facciamo troppe domande sul futuro, cosa ci aspetterà, dove arriveremo. Preferiamo vivere il presente e fare sempre meglio e sempre di più quello che ci piace fare, e cioè suonare, suonare, e suonare. Spero, e credo fermamente che questo a noi non succederà, ma chissà, non si può mai dire nella vita.
Riccardo: Speriamo di suonare il più possibile, di riuscire a girare tutta l’Italia e l’Europa e di conoscere tanta gente in gamba, adesso stiamo lavorando a dei pezzi nuovi e il suono si sta evolvendo, stiamo aumentando anche i watt sul palco, speriamo di essere sempre più soddisfatti di quello che facciamo…Ti rifersci a qualcuno in particolare? Non saprei cosa dire, ci sono anche gruppi che crescono in continuazione vedi Zu e With Love…

La vostra musica dà spesso l’impressione di una miscela tra attitudine rock e ritmi quasi danzerecci (es. Wonder Woman)… vi ritrovate in questa definizione?
Alessandro: Non saprei, abbiamo sempre avuto dei problemi con la definizione del  nostro genere. Diciamo che siamo rock, danzerecci, e molto altro ancora.
Riccardo: Sicuramente, il gruppo è pur sempre un duo basso batteria, che sono gli strumenti motore della musica dance e del funky, noi amiamo ballare, siamo entrambi degli ottimi ballerini e questo si riflette nel suono e nel ritmo, e amiamo il rock, entrambi abbiamo un giubbotto di pelle in armadio…i pezzi nuovi comunque si stanno orientando verso qualcosa di diverso, di più rumoroso…

Come componete i vostri brani? Improvvisazioni? Partite dalla batteria, dal basso o dalle linee vocali? Avete mai pensato di allargare la vostra gamma sonora con strumentazione elettronica o… con delle chitarre?!
Alessandro: I brani li componiamo partendo dall’improvvisazione, soffermandoci sulle cose più interessanti, per poi lavorarci su con calma ed elaborare intorno ad esse il resto della narrazione musicale. A volte si parte da qualche giro di basso, altre volte da un ritmo di batteria, ma è difficile stabilirlo. Per quanto mi riguarda si parte insieme, ci si segue e si finisce tutto insieme. Comunque dalle linee vocali ci capita raramente di partire, di solito sono l’ultima cosa che facciamo nei pezzi.

Ho avuto l’occasione di ascoltarvi dal vivo ad Umbertide (The Italian Party) e a Pesaro (Gamma Gamma Day), e in entrambi i casi (a parte i problemini tecnici accorsi a Pesaro) mi è sembrato che il vostro sound avesse più impatto e forza d’urto rispetto al disco, fosse più rustico e potente… siete d’accordo? Pensate che ciò sia dovuto alla registrazione di “Clito’s Angel” o al fatto che la dimensione live sia il vostro habitat naturale?
Alessandro: Credo che ‘Clito’s Angels’ sia un buon disco, con bei suoni ed arrangiamenti e sovraincisioni ben azzeccati. E’ chiaro che in concerto hai più potenza sonora, hai anche più impatto per il fatto di vedere chi suona e come suona e si dimena sul palco. Ovviamente ti prende di più, ha più impatto, ma questo è palese. Il live, è il live!!! Sicuramente la dimensione live è il nostro habitat naturale, ma non disdegnamo affatto quella in studio che ci permette di lavorare più in tranquillità e di cogliere certe sfumature che, magari ci erano sfuggite, e di rielaborarle al meglio.
Riccardo: I due concerti che hai citato non sono stati un granchè, soprattutto a Pesaro dove a causa dei troppi spritz e dei problemi di suono sul palco abbiamo decisamente fatto schifo…i pezzi comunque nascono per essere suonati dal vivo e con ‘Clito’s Angels’ abbiamo cercato di ricreare lo stesso impatto, è anche vero che non abbiamo gran familiarità con lo studio di registrazione e questo forse si sente…

Come siete entrati alla Fooltribe? Avete trovato subito una casa discografica o avete dovuto rompere un pò in giro? Cosa pensate degli altri gruppi dell’etichetta?
Riccardo: Con la Fooltribe si è tutto mosso in modo molto naturale, a quanto pare entrambi volevamo collaborare l’uno con l’altro e sinceramente a noi non poteva andare meglio, amiamo quei ragazzi, sono unici e con una smisurata passione per la musica…gli altri gruppi non sono niente male, i Red Worms’ Farm sono bravissimi, simpatici e dal vivo hanno il fuoco dentro, 3in1gentlemansuite sono molto raffinati nei suoni con una sana passione per l’assolo, il disco di Bob Corn è molto molto bello, gli olandesi FeverDream, che non ho mai sentito su disco, sono una vera rock band nell’attitudine…tutta gente genuina con cui ci si diverte sempre…una menzione particolare và alle ragazze fooltribe…

Alessandro Gentili

alealeale82@yahoo.it

 

Link Utili:

www.fooltribe.com
www.halleynation.com
www.robotradiorecords.com