Niccolò Ammanniti, Daniele Brolli, Davide Fabbri ‘Fà Un Pò Male’

Dalla “Mano Felice” Di Davide Fabbri I Fumetti Romanzati Che Fanno Un Pò Male…

 

 

 

 

 

 

L’Autore:

Davide Fabbri nasce, dove tuttora risiede con la moglie e 2 figlie, a Forlì.
E’ considerato uno dei migliori disegnatori internazionali e, attualmente, è
al lavoro alla serie originale a fumetti di Star Wars per gli Stati Uniti.
Pubblica le sue prime tavole nel 1989 su “L’Eternauta”, disegnando storie
scritte sia da lui (Maelstrom) che da altri autori come Roberto Dal Prà,
Ottavio De Angelis e Daniele Brolli, col quale ha successivamente prodotto
La matrice stellare“, racconto autoconclusivo destinato alla rivista
Cyborg”.
Dopo “Benares Inferno” su testi di Stefano Di Marino per Nova Express,
Fabbri disegna alcune storie brevi e parte delle copertine del parco testate
della Phoenix. Nel 1996 “Maelstrom” viene pubblicato negli Stati Uniti sulle
pagine della rivista “Heavy Metal“. Subito dopo ha inizio la collaborazione
con la Dark Horse. Disegna alcuni comic books (due miniserie di “Starship
troopers”, una miniserie di “Xena”, “The Planet of Apes”) ed approda alla
serie di “Star Wars” realizzando 7 miniserie inchiostrate da Christian Dalla
Vecchia.
Contemporaneamente in Italia oltre alla collaborazione con la Mondadori
Junior per la quale illustra le copertine della collana Avventura, disegna
la trasposizione a fumetti del film di Marco Risi “L’ultimo Capodanno
(pubblicato in volume con altre due storie tratte da racconti di N.Ammaniti
dalla Einaudi) e le avventure del giocatore di basket “Skat” scritto da
Daniele Brolli e Nino Pellacani pubblicato sul supplemento della Gazzetta
dello Sport.

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Fumetti romanzati
di Gianluca Umiliacchi

Fa un po’ male – Niccolò Ammaniti, Daniele Brolli, Davide Fabbri – Einaudi,
pp. 184, Euro 14,00

 

Davide Fabbri con il suo magistrale tratto ha reso plastiche le forme di
queste tre storie scritte da Niccolò Ammaniti e sceneggiate da Daniele
Brolli, storie di una realtà demenziale al punto tale che sfogliandole si
può transitare dalla normalità più rassicurante all’alienazione più feroce.
In questo volume prendono forma la sfrenata immaginazione di Ammaniti,
sommersa da tinte grottesche, con il tempismo di Brolli, lo stile di Fabbri
e la collaborazione di Stefano Babini, Christian Dalla Vecchia e Domenico
Neziti.

Tre brevi fumetti romanzati sullo sfondo di una Roma minore, suburbana di
memoria pasoliniana, che brulica di vicende illogiche. La prima, Bucatini e
pallottole già pubblicata a puntate sul quotidiano l’Unità, è una storia di
coincidenze assurde e ridicole che mette in scena il come e il perché un
matrimonio si possa trasformare in una guerra tra bande mafiose nella
periferia romana. Fa un po’ male, la seconda storia, è tratta da un racconto
pubblicato su un numero di Micromega che ci permette di riscontrare come il
brutale Medioevo possa giacere nascosto proprio sotto i piloni del Villaggio
Olimpico. In fine la terza storia, L’ultimo capodanno trasposizione
dell’omonimo film di Marco Risi, è il resoconto di come dentro i condomini
borghesi di una paradossale e violenta Roma ci si organizzi, nella serata di
fine anno, per combattere la fine del mondo.

Una ad una scaturiscono dalla “mano felice”, di questo grande autore, le
tavole agiografiche di gente in blue-jeans e in minigonna, in smoking e in
lustrini, in completino intimo e in costumi adamitici.

Un folle carosello di immagini fatto di credenti e creduloni, di ragazzi e
ragazzate, di zingari e zingarate, di fatti e disfatti, di timori e paure,
di piaceri e dolori. Un delirante percorso che stimola il cercare tra le
incalzanti vignette di scoprire che aspetto ha un saltazippero “.mejo de
Brius Li!”, le fattezze dell’idrovora il mito “.dal risucchio fatato!”, o
con quali modalità al piccolo Michele “Fa male. La televisione fa male!”.

Immagini di una galleria di personaggi marginali, osservati attraverso una
lente deformante in grado di mettere in luce le loro grottesche abitudini
che prorompono dalla cupa urbanità, di muri che come barriere esterne ed
interne penetrano persone, di bianche lacrime dei protagonisti che fluiscono
e si riversano tra il nero del sangue, dando origine ad inevitabili  essenze
di cromatismi virtuali.

In questo contesto il fumetto ha reso accuratamente l’unicità del carattere
di ciascun personaggio mettendo in scena la loro trasposizione visiva con
un’efficace fisionomia; ne risulta una lettura affascinante, che attrae e
lascia inchiodati, guidati dai disegni di Fabbri, con una percezione
integrale della realtà di quel che si sta leggendo. Queste storie, di uno
spaccato romano, ci circondano con immagini dal tono delirante in una
sequenza di eventi ridicoli e farseschi, sospesi tra assurdità e tragica
violenza, in un susseguirsi di casualità sempre più angoscianti schiacciate
nella spirale cupa di avvenimenti surreali e sgradevoli. Una ferocia
inaudita che può comunicarci, come i dolori e i tormenti intimi, tutti i
segni possibili ed impossibili che vivono esteriormente e interiormente il
nostro corpo.

Per merito delle matite di Fabbri, che rappresenta perfettamente lo
squallore grottesco della società e i temi opprimenti affrontati, si possono
seguire sia il soggetto, sia i dialoghi, ricchi e appassionanti sempre
all’altezza delle aspettative. L’ironia della sorte e il senso di totale
impotenza che le storie riescono a trasmettere danno una conferma
dell’abilità illustrativa e, soprattutto, della capacità evocativa di Fabbri
e della sua perfetta gestione del ritmo delle immagini monocromatiche.

Fabbri ci ha donato le rappresentazioni di queste storie semplici e
complicate, e per nulla edulcorate, come solo la vita quotidiana può essere,
dove il rispecchiarsi nella figure, che animano questo teatrino
fumettistico, è equivalente al riflettersi sulle immonde pareti dei nostri
loculi abitativi.

Storie semplice, ripeto, simmetricamente semplici per essere così facilmente
fruibili.

Forse, proprio per questo motivo meritano di essere lette e visionate, un
modo come un altro per fare un po’ di conti con noi stessi.

———————————————————————-fine–

 

Recensione A Cura Di

Gianluca Umiliacchi

Bastian Contrario
Archivio Nazionale Fanzine Italiane
339 3085390 (G. Umiliacchi)
www.fanzineitaliane.it
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