Clann Zù ‘Black Coats & Bandages’

(G7 Welcoming Committee 2004)

I quattro australiani Clann Zù avevano favorevolmente impressionato con il loro cd di debutto, ‘Rua’, un paio di anni fa. Indubbiamente riuscivano in un mix di Godspeed You Black Emperor! e alt rock britannico originale e notevole, peccato poi si perdessero in sviolinature non necessarie e pezzi non proprio azzecatissimi.
Rieccoli dunque con il seguito a ‘Rua’, questo ‘Black Coats & Bandages’. E dei cambiamenti ci sono stati, per il meglio, questa è la cosa incredibile.
Innanzitutto ora la produzione è molto più nuda e semplice di prima, donando all’album un’atmosfera da semi improvvisazione affascinante e che attira l’attenzione. La strumentazione è invece rimasta piuttosto eclettica, con violino elettrico, tastiera, chitarra e basso.
E’ proprio nelle canzoni che i Clann Zù sembrano aver trovato la loro realizzazione, con pezzi davvero emozionanti come So Complicated Was The Fall e One Bedroom Apartment. Molto interessanti i testi, galleggianti tra atteggiamenti anti-imperialisti, apologie e inni d’odio contro amori perduti.
Encomiabile anche l’idea di cantare in gaelico, anche se purtroppo solo su t-éan bàn e An deirdreadh scéal, lingua musicale e che dona ai due pezzi un’aura decantatoria e funerea.
Però dove i Clann Zù riescono ad impressionare, allo stesso tempo cadono negli stessi errori che avevano reso il loro primo album una chicca, più che un esperimento interessante. Insomma, quando gli australiani imbroccano un pezzo, c’è da ascoltare in silenzio, ma quando cominciano con le pippe mentali e lagne varie sorge davvero la voglia di skippare.
Per fortuna le canzoni si tengono sempre in limiti umani e i momenti così passano in fretta; inoltre la produzione aiuta a renderli perdonabili.
Indubbiamente siamo ben lungi dalla perfezione del loro experimental rock ma con “Black Coats & Bandages”, si è fatto un altro prezioso passo in avanti. Esce il 1/06/2004.

Voto: 8

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Autore: nukep@inwind.it