Yakudoshi ‘Al Diavolo Che Ha Allietato i Nostri Giovani Giorni’


(Autoproduzione 2002)

Dietro al sibillino nome giapponese (Yakudoshi sta per “età pericolosa”), si cela una italianissima band di 4 elementi, scoperta da Amaury Cambuzat degli Ulan Bator, il quale oltre ad aver registrato con loro, ha anche ospitato la band per alcune date del tour di “OK:KO”.
Il demo in questione costituisce un interessante viaggio attraverso dilatati tappeti sonori chitarristici, bordate noise alla Mogwai e armonie ritmiche, sopra ai quali poggia la voce recitante, impegnata a volte in un cantato in stile Giovanni Lindo Ferretti / Ian Curtis, e delle altre in spoken-words alla Massimo Volume. Più che le liriche, caratterizzate da una certa propensione poetica che cita Joyce nel titolo del demo e Bukowski, riprendendo una sua poesia in “amore”, particolarmente riuscite sembrano le musiche che riescono a essere evocative, anzi “emo-cative” (Abat-jour) senza cadere in certa sterilità autoindulgente di certo post rock odierno, grazie anche a improvvisi cambi di tempo, sferzate chitarristiche e arpeggi emo notevoli, che contribuiscono a mantenere l’attenzione di chi ascolta su livelli alti, con l’unica eccezione dei 18 minuti (!) di totale rarefazione di E.G.D.S. che sembra guardare alle astrusità dei God Speed You Black Emperor, ma senza avere una spina dorsale consistente. Nonostante qualche ingenuità, inevitabile per i giovani gruppi, “Al Diavolo Che Ha Allietato i Nostri Giovani Giorni” è un demo che lascia molto ben sperare per il futuro.
Teniamoli d’occhio!

Voto: 7

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